Il Sab di Castrovillari, attraverso il segretario generale Giovanni Fiorentino, ha scritto al capo di gabinetto del Miur in merito ai posti di sostegno riservati esclusivamente ai casi più gravi: «Gli altri non sono alunni di serie B»
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C’è una «ulteriore criticità non più tollerabile» che segna l’avvicinarsi della prima campanella per le scuole della provincia di Cosenza. Riguarda gli studenti con disabilità per i quali, una nota ufficiale diramata dall’Atp provinciale inviata ai dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado chiede «un’ulteriore ricognizione dei posti di sostegno in deroga relativi esclusivamente a situazioni di disabilità grave (art. 3 comma 3 legge 104 del 1992 rapporti 1/1)» invitando i presidi a compilare una scheda allegata concernente sia la data ultima del 31 agosto 2020, sia l’intervallo temporale intercorrente tra il primo settembre 2020 e il 14 settembre 2020. I dati inviati dovevano pervenire entro e non oltre le ore 9.00 del 15 settembre 2020.
Tutelare i diritti degli studenti con disabilità
Ma per il sindacato autonomo di base della scuola, che ne chiede l’annullamento in via ufficiale al capo di gabinetto del Miur attraverso il segretario generale Giovanni Fiorentino, questa richiesta «è fortemente in contrasto con i diritti dei disabili, delle famiglie, delle Istituzioni scolastiche e dei docenti specializzati sul sostegno, nonché con i precetti costituzionali». Fiorentino si chiede «a chi giova e a quale scopo chiedere per la terza volta da maggio a settembre i posti di sostegno in deroga?» e soprattutto come mai la ricognizione sui posti di sostegno in deroga è stata richiesta solo per gli alunni con disabilità grave (art.3 comma 3 legge 104/92), rapporto 1/1 e non «anche per gli alunni disabili con rapporto 1/2 e/o 1/3 (art.3 comma 1 legge 104/92)?» Forse perché questi ultimi «sono cittadini di serie B, oppure figli di un “Dio minore”? In uno stato di diritto c’è distinzione di “comma e status sociale”?». Per questo motivo a tutela degli indifesi contro «i soprusi che delegittimano i diritti della comunità educante in cui opera la scuola» chiede al Miur di intervenire per «ripristinare i diritti negati» sollecitando una «soluzione urgentissima volta all’attivazione di ulteriori posti in deroga».