Trascorse appena 24 ore dall'avvio dell'anno scolastico già infuriano le polemiche. A finire nel mirino di studenti e genitori lo scaglionamento degli orari di ingresso negli istituti scolastici disposti dalla Prefettura di Catanzaro per limitare al minimo gli assembramenti. Suona due volte - a distanza di due ore - la campanella d'ingresso nelle scuole: la prima alle 8 e la successiva alle 10, ma provocando non pochi disagi e non solo per coloro che sono vincolati agli orari dei bus per raggiungere le aule scolastiche al mattino e per poter poi fare rientro a casa nel pomeriggio.

Quando la campanella suona due volte

È, infatti, l'ingresso "diversificato" delle 10 a lasciar tutti scontenti: famiglie e studenti, questi ultimi in particolare costretti ad attendere anche ore per far ritorno a casa con i mezzi pubblici. Ma non solo, oggi a criticare una gestione «che ha tenuto troppo poco in considerazione le esigenze degli studenti» è il padre di una studentessa diversamente abile finita anche lei, assieme a tutta la sua classe, nella seconda fascia d'ingresso: quella incriminata delle 10.

Le esigenze dei più fragili

La 17enne iscritta al liceo delle Scienze Umane è infatti stata da poco sottoposta ad un trapianto con forti limitazioni nella dieta ed è costretta a restare a scuola fino alle 15 del pomeriggio ma senza la possibilità di poter consumare un pasto adeguato. «Nella scuola non c'è una mensa - protesta il padre -, i ragazzi hanno a disposizione solo un quarto d'ora di ricreazione per poter pranzare e in queste condizioni mia figlia può solo consumare un panino». Non esattamente un pasto adeguato alle condizioni di salute di sua figlia. Così il genitore ha deciso di rivolgersi alla dirigente scolastica per poter riuscire assieme ad ottenere una soluzione alternativa ma con scarsi risultati.

Frequenza ad ostacoli

«Nell'organizzazione dei turni scolastici - accusa così il padre della 17enne - hanno tenuto in considerazione solo le esigenze dei docenti e non invece quelle degli studenti e delle famiglie. Trovo paradossale la scarsa attenzione riservata ai diversamente abili o a tutti coloro che soffrono a causa delle loro condizioni di salute. Sarò costretto a rinunciare a mandare mia figlia scuola» ha concluso con amarezza il genitore. 

Fuori i cancelli

Ben più esteso e trasversale è, invece, il malcontento che attraversa gli studenti pendolari e le relative famiglie. Un caso su tutti è quello di uno studente dell'Istituto Tecnico Professionale che per poter frequentare le lezioni è costretto ad attendere un'ora e mezza fuori dai cancelli. Il giovane è residente in un comune della provincia di Catanzaro e l'unico bus per raggiungere il capoluogo parte alle 7.10 con arrivo alle 7.30. Le lezioni per lui iniziano alle 10 e si protraggono fino alle 16 del pomeriggio, quando ad attenderlo non vi sono più mezzi di trasporto disponibili per riportarlo a casa

L'attesa dei pendolari

Tuttavia, non è il solo. Sono numerosi gli studenti provenienti dai comuni della provincia di Catanzaro alle prese con gli orari dei mezzi di trasporto pubblico non tarati sulle esigenze scolastiche che costringono nella maggior parte dei casi i genitori a dover tardare l'arrivo sul posto di lavoro o a prendere permessi, assentandosi, per sopperire alle carenze di un servizio pubblico che lascia la gran parte degli studenti a piedi. Nei giorni scorsi, infatti, la Prefettura aveva affrontato il tema in un tavolo di coordinamento all'esito del quale si era riferito dell'aumento delle linee sulle tratte extraurbane così come su quelle urbane. Una previsione che si rivela oggi ben lontana dalle necessità degli studenti.