Rivelazioni del tutto inedite sulla scomparsa di Maria Chindamo. Arrivano dagli atti della voluminosa inchiesta antimafia denominata Maestrale-Carthago e da una poderosa attività intercettiva messa in piedi dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia che ha riportato in carcere Salvatore Ascone – questa volta per narcotraffico – ovvero il 57enne di Limbadi accusato e poi prosciolto dalla Cassazione che ha stabilito l’assenza di manomissioni dell’impianto di videosorveglianza della sua villetta che avrebbe potuto riprendere le fasi del rapimento di Maria Chindamo. 

Le rivelazioni sono importanti perché svelano per la prima volta, dalla viva voce di quelli che sinora sono stati gli unici indagati per la scomparsa di Maria Chindamo – Salvatore Ascone ed il figlio Rocco – il pensiero del 57enne di Limbadi , alias “U Pinnularu” (ritenuto uomo del clan Mancuso), sulla scomparsa della commercialista di Laureana di Borrello,  rapita e fatta sparire tra le 7:10 e le 7:15 del 6 maggio 2016 dinanzi al cancello della sua tenuta agricola di località Montalto.

CONTINUA A LEGGERE SU IL VIBONESE