All’indomani dello sciopero indetto dalle Camere Penali calabresi, ricadenti nei distretti giudiziari di Reggio Calabria e Catanzaro, la corrente associativa della magistratura italiana “AreaDg”, espressione della sinistra giudiziaria, ha contestato le motivazioni messe nero su bianco dagli avvocati penalisti, chiedendo al comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura - presieduto dal vicepresidente David Ermini, e composto attualmente dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi (prossimo alla pensione, il cui sostituto è stato già nominato dal Plenum, nella persona del magistrato Luigi Salvato), e dal primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio – l’apertura di una pratica a tutela di tutti i magistrati in servizio nei distretti giudiziari calabresi.

Un’iniziativa già formalizzata allorquando la Camera Penale di Catanzaro, aveva sollevato la questione sul caso Pittelli, il cui appello cautelare della Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri, era stato fissato dal tribunale del Riesame di Catanzaro a un mese di distanza dalla richiesta di arresto. Circostanza che aveva agitato i penalisti di Catanzaro, i quali lamentavano che i loro appelli venivano calendarizzati dopo tanti mesi rispetto al giorno in cui venivano presentati ufficialmente. Da qui la richiesta e relativa apertura di una pratica al fine di tutelare l’indipendenza dei pm e dei giudici della procura di Catanzaro. Vicenda di cui via abbiamo già parlato in un altro servizio.

Tornando alla nuova richiesta avanzata dai consiglieri togati di AreaDg (Giuseppe Cascini, Elisabetta Chinaglia, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano, Ciccio Zaccaro), gli stessi scrivono in un documento che «premesso che deve sempre essere riconosciuta la legittimità dell'esercizio del diritto di critica nei confronti dell'attività giurisdizionale» i consiglieri eletti al Csm, che rinnoverà le sue cariche il 18 e 19 settembre prossimi, «osservano come, nel caso di specie, in luogo di critiche puntuali e argomentate relative a specifiche attività processuali o a specifici provvedimenti organizzativi, si assista ad una denigrazione generica e generalizzata dell'intera attività giurisdizionale penale svolta da tutti i magistrati operanti nei distretti calabresi, con il risultato di determinare presso la pubblica opinione una delegittimazione diffusa ed indiscriminata della funzione giudiziaria, tra l'altro in distretti già interessati da pervasive forme di criminalità organizzata e da disagi socio economici».

I consiglieri di AreaDg, chiedono pertanto «l'apertura di una pratica a tutela di tutti i magistrati operanti nei distretti di Reggio Calabria e Catanzaro». Ora la “palla” passa al Comitato di presidenza, mentre l’attività istruttoria, qualora dovesse partire, sarà di competenza della prima commissione.