Ha scelto il rito abbreviato il senatore Marco Siclari, di Forza Italia, imputato nel maxi-processo “Eyphemos” contro le cosche di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d'Aspromonte. Il parlamentare è accusato di scambio elettorale politico mafioso. Stando all'inchiesta coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall'aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto della Direzione distrettuale antimafia (Dda) Giulia Pantano, Siclari sarebbe stato appoggiato dalla cosca Alvaro alle elezioni politiche del 2018.

Siclari, è scritto nel capo di imputazione, «accettava a mezzo dell'intermediario Giuseppe Antonio Galletta la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di 'ndrangheta di Santa Eufemia della famiglia mafiosa Alvaro». In cambio, due mesi dopo le elezioni, secondo i pm, il senatore si sarebbe interessato per far ottenere il trasferimento a Messina di una dipendente delle Poste, figlia di un affiliato alla 'ndrangheta. Nel corso dell'udienza preliminare di oggi gli avvocati del senatore Siclari avevano chiesto il rito abbreviato condizionato all'interrogatorio di due testimoni.

La richiesta è stata rigettata dal gup Maria Rosa Barbieri, che ha ammesso Siclari all'abbreviato semplice e ha rigettato anche tutte le eccezioni presentate dal collegio della difesa. Complessivamente sono una ventina gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato tra cui quello che i magistrati indicano come il boss di Sant'Eufemia d'Aspromonte, Laurendi detto “Rocchellina”. Per tutti il processo è stato rinviato al 25 marzo. Le udienze preliminari, invece, proseguiranno lunedì prossimo.