I bambini sono tutti uguali e tutti hanno i medesimi diritti. Pertanto anche quelli disabili devono avere pari opportunità e poter vivere una vita piena e dignitosa. È questo il principio che ha spinto Renata Caroprese, una donna di Scalea, a creare una raccolta fondi per l'acquisto di un pulmino che consenta ai ragazzini del Tirreno cosentino di recarsi agli allenamenti della squadra giovanile dell'Usd Scalea 1912.

L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai dirigenti sportivi scaloti ed ha preso subito forma con una pagina aperta sulla nota piattaforma "Go Fund Me" per incentivare la raccolta fondi. «Ciao, sono Renata Caroprese, da sempre impegnata sul tema dell'inclusione e per l'attivazione delle reti solidali - recita l'appello - e in questa occasione vi chiedo di supportarmi per concretizzare una importante iniziativa a favore dei ragazzi con difficoltà.... comprare un pulmino che possa garantirgli la frequenza alle attività sportive presso lo stadio Longobucco». Obiettivo: 30mila euro.

Il coraggio di chiedere aiuto

A Renata l'idea balenava in testa da tempo. Poi qualche giorno fa si è imbattuta in alcuni nostri articoli in cui abbiamo denunciato, per l'ennesima volta, il vuoto istituzionale che lungo la costa tirrenica cosentina circonda i bambini disabili e le loro famiglie. Alcuni genitori hanno denunciato il grave stato d'abbandono e l'impossibilità di offrire una vita dignitosa a quei figli che presentano difficoltà.

Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza. «Dobbiamo subito fare qualcosa», si è detta tra sé e sé Renata. Così si è presentata al cospetto di Vincenzo Verbicaro, presidente dell'Usd Scalea 1912, e Giuseppe Servidio, responsabile del settore giovanile, facendo presente che tutti i bambini, nessuno escluso, debbano avere la possibilità di prendere parte agli allenamenti sportivi con i loro coetanei, senza distinzioni.

I due dirigenti, da sempre attenti alle tematiche sociali, non se lo sono fatto ripetere due volte. Anzi, c'è in programma di istituire degli allenamenti che promuovano nello specifico l'inclusione, mediante appositi corsi durante i quali, più che insegnare come vincere una partita di calcio, si educhi i ragazzi a vivere e divertirsi tutti insieme senza barriere, né fisiche né mentali.

L'acquisto del pullmino

Per facilitare l'organizzazione famigliare e stimolare la partecipazione, Renata ha pensato bene di acquistare un pullmino che consenta a tutti i piccoli calciatori di arrivare in orario allo stadio Longobucco di Scalea e prendere parte agli allenamenti dall'inizio alla fine, per poi tornare a casa ancora tutti insieme e in tutta sicurezza. 

«Vi chiedo di supportarmi per concretizzare una importante iniziativa a favore dei ragazzi con difficoltà», si legge nel suo appello. E intanto, a poche ore dalla pubblicazione, sono già diverse le persone che hanno dato il loro contributo alla causa.