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Giro di vite contro la 'ndrangheta reggina. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato all'alba otto presunti componenti del clan Franco, vicino alla potente famiglia dei Tegano. Sono accusati di detenzione e cessione di esplosivo bellico "C 4", oltre che di estorsione aggravata dalla modalità mafiose. Sono le persone a cui, secondo l'accusa, era stato sottratto l'esplosivo proveniente dalla nave Laura C, affondata nella seconda guerra mondiale, ad opera di 10 persone finite in manette nello scorso mese di aprile. Sequestrati nel corso dell'operazione denominata Tnt 2 e coordinata dalla Dda reggina, beni per circa 10 milioni di euro. Sotto chiave, imprese, immobili, auto e rapporti bancari.
Laura C: l’arsenale della ‘ndrangheta
Tra gli arrestati anche un noto imprenditore del reggino, Filippo Gironda, nella cui villa, secondo gli inquirenti, sarebbero stati portati gli autori del furto del tritolo, per costringerli a restituire la refurtiva. L’esplosivo apparterrebbe al carico trovato nelle stive della nave “Laura C”, affondata a largo delle Saline Joniche, nel 1941 durante al seconda guerra mondiale. Gironda sarebbe inserito nel giro degli appalti pubblici del comune di Reggio Calabria.
Gli affari del clan di Pellaro e ‘il muro di omertà’
Ecco i nomi dei soggetti arrestati: Giuseppina Franco, Giuseppe Franco, Filippo Gironda, Stefano Porchi, Massimo Murina, Massimiliano Piccolo e Giuseppe Zampaglione. Ai domiciliari va Giovanni Ambrogio.
Gli indagati: Murina Carmelo Consolato, Domenico Detrio Battaglia, Damiano Roberto Berlingeri.
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