VIDEO | La carenza di personale impedisce di aumentare i posti letto. Quello dello Stretto si conferma l'hub più critico della Regione, come ben sanno i dirigenti sanitari promossi dal commissario Occhiuto
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Per alleggerire il carico sulle terapie intensive del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, si è reso necessario il trasferimento di 2 ricoverati nel presidio di Polistena. Si tratta di degenti intubati, ma non malati di covid, partiti da un reparto che nel capoluogo ha una saturazione totale: occupati 8 degli 8 posti disponibili in area non covid. Un affanno che si allarga dal centro alla periferia, quindi, visto che anche la terapia intensiva covid del Gom è quasi al limite – 11 posti letto utilizzati su su 14 disponibili – mentre si avvicina alla saturazione pure Polistena, 12 posti su 16, numeri che iniziano a preoccupare anche nel Santa Maria degli Ungheresi.
Il reparto polistenese, diretto dal primario Enzo Amodeo – sebbene abbia un ricambio continuo di pazienti intubati e una logistica che sembra abbattere il rischio del contagio – fa comunque i conti con numeri piuttosto alti per essere un centro no covid.
Un deficit generalizzato che il commissario Roberto Occhiuto dovrebbe conoscere bene, non fosse altro perché dal Gom arriva uno dei suoi ultimi consulenti – il primario Giuseppe Foti – che si aggiunge al direttore generale del Dipartimento, l’ex commissaria Jole Fantozzi che proprio dirigendo quest’ospedale più in difficoltà degli altri, aveva conquistato i meriti della sua promozione.
Dal Gom fanno sapere che solo la carenza di personale rende impossibile l’aumento dei posti di terapia intensiva tenendo alta la soglia di allarme anche perché – in attesa del picco dei contagi - a poco o nulla sta servendo la sfilza di zone arancione dichiarate nella provincia e quell’unica zona rossa regionale nel paesino di Platì.
Si rimane in attesa di conteggiare l’effetto della chiusura delle scuole, caso unico in Italia dopo il consiglio che – partito dal Gom su carta intestata e con la firma del F.F. Costarella – parecchi sindaci della provincia hanno seguito, ma è sicuro che l’hinterland dello Stretto rimane l’osservato speciale di una regione che non vuol cambiare colorazione.
La quarta ondata ha capovolto il sistema ospedaliero, ora sono gli ospedali spoke come Polistena a coprire le difficoltà degli hub anche per le terapie intensive, mentre rimane lettera morta l’appello dei sindaci di Città degli Ulivi per avere respiratori e macchine nell’ospedale covid di Gioa Tauro, i cui posti letto sono già tutti occupati.
Il centro chiede collaborazione alla periferia, ma in cambio ne offre poca visto che - a supporto della proposta degli amministratori – è dovuta scattare una raccolta firme promossa anche dall’ex consigliere regionale del partito di Occhiuto, già sindaco della città del porto, Giuseppe Pedà.