Sono due minori di etnia rom di 14 e 15 anni i responsabili del lancio di alcuni sassi da un cavalcavia di San Pietro Lametino. Ad essere colpito un autocarro a bordo di cui si trovavano due persone che solo per un caso fortuito sono rimaste solamente ferite. I massi hanno, infatti, impattato con il parasole subito dopo avere infranto il parabrezza frenando così la loro corsa.

 

I due adolescenti sono stati denunciati in stato di libertà con l’accusa di concorso in tentato omicidio. A segnalare la loro presenza al Centro Operativo Autostradale di Lamezia sono stati alcuni automobilisti che percorrevano in quei frangenti l’autostrada. I due rom sono stati poi ritrovati in un complesso di case popolari di San Pietro Lametino, frazione che negli anni ha visto gli abitanti del luogo protestare più volte contro la presenza proprio nelle palazzine dell’Aterp di un corposo numero di famiglie di questa etnia. I due ragazzi sono stati portati dalla Polizia dalle due vittime che li hanno riconosciuti. Momentaneamente i giovani rimangono affidati ai loro genitori.

Quello di San Pietro Lametino è un focolaio. Qui sono stati dislocate diverse famiglie rom subito dopo l’ordinanza di sgombero del campo di Scordovillo, mentre altre hanno occupato gli appartamenti dell’Aterp abusivamente. Ma la convivenza con la gente della frazione lametina non è mai stata semplice. La diversità di stili di vita ha provocato problemi e proteste sin da subito.

Quello delle sassaiole non è un episodio isolato. Diverse quelle contro i treni di passaggio dal ghetto di Scordovillo, il più grande campo rom del Sud Italia. Ma passare da lì è pericoloso anche per le forze dell’ordine. Dalla polizia municipale ai vigili del fuoco i lanci di sassi non risparmiano nessuno.

Tiziana Bagnato