È una struttura che scotta, il dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria. Nessuno vuole trasferirvisi e chi c'è, tenta la fuga. Andato quasi deserto l'avviso interno per il trasferimento di personale da altri settori, inizia adesso la diaspora dei già pochi che vi lavorano al suo interno. Intanto, a fine mese diverranno ufficiali le dimissioni del dirigente generale, Francesco Bevere, che lascerà acefalo il dipartimento in piena emergenza pandemica. 

La diaspora

Ma questa potrebbe essere la prima di una lunga serie di defezioni. Almeno due i dirigenti già pronti sulla soglia del dipartimento con la valigia in mano in attesa di un trasferimento verso un altro settore della Regione, possibilmente meno problematico. Forse la più determinata a lasciarsi alle spalle nel più breve tempo possibile le carte affastellate sulle scrivanie degli open space è Francesca Palumbo, avvocato e dal settembre scorso applicata ad uno dei settori più sensibili del dipartimento: Autorizzazioni e accreditamenti.

Settore sensibile

Gli uffici, e i suoi ritardi, sono balzati agli onori della cronaca di recente a causa della vicenda dell'accreditamento della clinica privata Sant'Anna Hospital di Catanzaro. Ma le criticità in quel settore che governa, o dovrebbe farlo, prevalentemente i rapporti con le strutture private che intendono operare per conto della sanità pubblica sono arcinote da tempo. Ad esempio, nell'ultimo tavolo interministeriale di verifica dello stato di attuazione del piano di rientro della Calabria, il dirigente Francesco Bevere faceva mettere a verbale le criticità registrate in quel settore «con riferimento alla carenza di personale dell’ufficio per il quale sarebbe necessario personale esperto di alto livello».

Carte ammassate, uffici alla paralisi

È quello uno dei settori nevralgici del dipartimento e dove il rischio di innescare contenziosi anche milionari si annida dietro l'angolo. La dirigente, pertanto, non ha perso tempo e ha già partecipato a ben due diversi avvisi interni per il conferimento di incarico di dirigente di ruolo al dipartimento Agricoltura e alla Stazione unica appaltante. La situazione a dir poco esplosiva all'interno degli uffici di quel settore era già stata denunciata dal sindacato Csa-Cisal che aveva anche riportato la sfogo della funzionaria: «Nel settore che dirigo sono sommersa di carte, procedimenti e senza personale. Ma dietro quelle carte accatastate e quei fascicoli buttati per terra senza che nessuno se ne curasse, c'è parte del problema della sanità. Non l'ho scelto - aveva chiarito - mi hanno assegnato d'ufficio perchè anche io se avessi potuto mi sarei sottratta a questo tritacarne».

Valigie in mano

E a breve potrebbe seguirla a ruota anche la dirigente del settore Programmazione erogazione dei livelli essenziali di assistenza sociale, Servizi sociali e socio sanitari, Economia sociale e volontariato, Saveria Cristiano. La guida degli uffici le era stata assegnata nell'agosto dello scorso anno ma anche lei ha protocollato la sua partecipazione all'avviso interno per potersi spostare alla Stazione unica appaltante, senza nemmeno completare l'anno.

Bilanci ko

Senza dirigente è però anche anche il settore Bilancio, cioè gli uffici chiamati a sovraintendere al controllo dei documenti contabili del servizio sanitario regionale e, quindi, anche delle singole aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, Vincenzo Ferrari, interdetto dai pubblici uffici a causa del suo coinvolgimento nell'inchiesta istruita dalla Procura bruzia, sui presunti bilanci falsati all'Asp di Cosenza. Vincenzo Ferrari reggeva anche ad interim però un altro settore: Assistenza farmaceutica, Assistenza integrativa e protesica, Farmacie convenzionate, Educazione all'uso consapevole del farmaco.

Impresa titanica

Entrambe le deleghe era finite in mano al dirigente generale, Francesco Bevere, che tra poco meno di una settimana si appresta a lasciare la Calabria così come la patata bollente nelle mani di Giacomino Brancati, indicato temporaneamente come facente funzioni ma anche lui a capo di un altro settore, dallo scorso agosto dirigente del settore Programmazione dell’offerta ospedaliera e sistema delle emergenze-urgenze. Insomma, più che una bella sfida appare quasi una missione impossibile.