«La Calabria ha la più alta percentuale di Comuni sciolti per mafia, quindi c'è un problema di funzionalità degli enti locali, ma anche un problema della normativa». Lo ha detto il presidente del Tar Calabria, Vincenzo Salamone, incontrando i giornalisti in occasione dell'inaugurazione del Tribunale amministrativo regionale. «Il problema della normativa - ha aggiunto – è che, secondo una mia valutazione personale, il sistema del commissariamento non funziona perché sciogliere gli organi direttivi e mantenere i dirigenti, che sono poi quelli che gestiscono i Comuni, non è utile, tant'è che ci sono Comuni sciolti 2-3 volte, significa che il tessuto democratico non è maturo. D'altra parte - ha proseguito Salamone - è uno strumento straordinario perché comporta la sospensione dei principio di democrazia applicata negli enti locali, quindi c'è un bilanciamento di situazioni molto delicato».


Secondo il magistrato del Tar «un'altra valutazione che stiamo facendo è una serie di misure intermedie, come il tutoraggio, per creare condizioni prima di arrivare allo scioglimento, affiancando gli amministratori con un sistema di controlli che - ha concluso Salamone - eviterebbe di ricorrere allo strumento del commissariamento».

E sul conflitto tra il commissario alla Sanità e la Regione. «È chiaro che non è un segnale positivo per il servizio salute, che in Calabria è drammatica».
Secondo Salamone «nella materia sanitaria il problema è che il piano di rientro comporta la sottrazione alla Regione di una serie di funzioni, anche legislative, e questo pone dei problemi di confini tra le funzioni di commissario e quelle della Regione, con un grosso problema organizzativo, perché il commissario non ha una struttura organizzativa adeguata per gestire il settore e quindi si deve avvalere della struttura regionale, e qui c'è un problema. Poi - ha sostenuto il presidente del Tar - i direttori generali delle aziende li nomina la Regione, e qui c'è un altro aspetto critico, quello di capire i rapporti tra il commissario e di direttori generali. Ma è chiaro che la legge o l'atto di nomina non può regolare questi minuti rapporti, per questo parlo di leale collaborazione come principio cardine. Tutta questa situazione capita solo in Calabria. E il fatto che il nuovo commissario sia un generale dei Carabinieri - ha affermato Salamone - vuol dire che è prevalente la valutazione dell'ordine pubblico». 

 

Il servizio di Rossella Galati: