Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Si è concluso il primo grado del procedimento di prevenzione personale e patrimoniale a carico di Salvatore Gioè – attualmente imputato per associazione mafiosa nel processo c.d. Gotha con l’accusa di essere l’organizzatore della cosca Franco, federata con la cosca Tegano – con un decreto che ha visto, da un lato, l’accoglimento della proposta della Procura di applicazione della sorveglianza speciale a carico del Gioè ma, dall’altro, il dissequestro di quasi tutto il patrimonio immobiliare originariamente sottoposto a sequestro.
In particolare, la Procura Antimafia di Reggio Calabria, sulla scorta dell’informativa del GICO della locale GdF, aveva proposto la confisca di prevenzione di plurimi immobili, formalmente intestati ai familiari del Gioè, il cui valore era stato complessivamente stimato in oltre 500mila Euro, sul duplice presupposto della ritenuta sproporzione con le entrate del nucleo familiare e della ritenuta provenienza illecita degli stessi.
Nel corso del processo di prevenzione, il collegio difensivo, composto dai legali Alfredo Foti del Foro di Roma, e Giuseppe Gentile e Marco Maviglia del Foro di Reggio Calabria, è riuscito – anche attraverso l’ausilio di due differenti consulenze di parte, una tecnica ed una contabile – sia a contestare l’asserita sproporzione che a ricostruire la legittima provenienza dei beni sottoposti a sequestro.
Il Tribunale Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, in esito all’udienza di discussione finale, in accoglimento delle arringhe difensive, ha disposto il dissequestro dell’intero patrimonio immobiliare di cui era stata richiesta la confisca, fatta eccezione per un unico appartamento dal valore stimato di circa 33mila euro, rispetto al quale è comunque già stata proposta impugnazione.