VIDEO | Torna alla guida di una delle Questure più esposte d’Italia nella lotta alla criminalità organizzata. Battaglia che l’ha già visto protagonista alla guida della Squadra Mobile. Da Palmi a Caserta, da Catanzaro a Palermo, ecco la sua carriera
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Un ritorno nella città che l’ha visto per anni protagonista alla guida della Squadra Mobile arrivando a conseguire risultati investigativi che nel Vibonese hanno fatto la storia nel contrasto alla ‘ndrangheta. Rodolfo Ruperti, 59 anni, è nato a Crotone e questa volta a Vibo Valentia ci ritorna con il grado di questore. Dal primo aprile sarà operativo e sarà lui a dirigere una della Questure più esposte in Italia nella lotta alla criminalità organizzata. Succede a Cristiano Tatarelli, arrivato a Vibo nel novembre del 2022 e che in poco tempo si è fatto apprezzare per il lavoro costante e a 360 gradi. Tatarelli andrà a dirigere la Questura di Campobasso. Il ritorno di Rodolfo Ruperti a Vibo Valentia riporta alla mente operazioni importanti contro i clan Mancuso, Lo Bianco e La Rosa, come “Dinasty-Affari di famiglia” dell’ottobre 2003, “Nuova Alba” del febbraio 2007, “Odissea” del settembre 2006 e “Dinasty 2- Do ut Des” dell’ottobre 2006, quest’ultima coordinata dalla Dda di Salerno. Ma sono oltre 60 le operazioni condotte in Calabria, avendo in seguito – da capo della Squadra Mobile di Catanzaro – duramente colpito sia i clan del capoluogo di regione, sia le consorterie del Lametino. In precedenza aveva diretto il commissariato di polizia di Palmi e la Squadra Mobile di Caserta.
La carriera e i successi
Nato a Crotone il 26 maggio 1965, Rodolfo Ruperti è laureato in Giurisprudenza, abilitato all’esercizio della professione forense ed all’insegnamento di discipline giuridiche ed economiche. Dal 21 marzo 1994 è nei ruoli dell’Amministrazione della Polizia con il grado di vice commissario. Dopo aver frequentato l’83° Corso di formazione per Vice Commissari presso l’Istituto Superiore di Polizia in Roma, viene assegnato in prima nomina al Commissariato di Polizia di Vibo Valentia, divenuto in seguito, dopo circa nove mesi, Questura. A Vibo ha diretto l’Ufficio Misure di Prevenzione e poi l’Ufficio Minori. Con l’Ufficio Misure di Prevenzione ha in particolare operato numerosi sequestri patrimoniali nei confronti dei clan Mancuso di Limbadi e La Rosa di Tropea. Come responsabile dell’Ufficio Minori è riuscito invece ad individuare e far arrestare i responsabili di una vendita di neonati, effettuata tramite l’alterazione dello stato civile.
Il 14 settembre 1997 viene quindi trasferito a dirigere il Commissariato di Polizia di Palmi dove porta a termine operazioni come Trodio e Puzzle che hanno prodotto coma 45 arresti tra Palmi e Brescia a carico di esponenti della criminalità organizzata palmese dediti al traffico di stupefacenti. In data 1 agosto 2000 viene trasferito nuovamente d’ufficio alla Questura di Vibo Valentia con l’incarico di dirigente della Squadra Mobile e qui le operazioni antimafia si sono susseguite, così come l’arresto di diversi latitanti.
Ruperti a Caserta
Dal 20 agosto 2007 Ruperti va a dirigere la Squadra Mobile di Caserta. In meno di tre anni raggiunge importantissimi risultati nella lotta contro clan camorristici contribuendo a far arrestare centinaia di affiliati ai clan Schiavone, Bidognetti, Belforte e Setola. Tra le innumerevoli operazioni si segnala la cattura di circa 40 latitanti fra i quali Raffaele Diana, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia. Ruperti riesce poi ad assicurare alla giustizia 27 criminali del gruppo Setola, con la cattura di ben 7 latitanti, alcuni dei quali catturati armati e resisi responsabili di efferati crimini tra cui la “strage di Castelvolturno” dove sono stati barbaramente uccisi sei ghanesi inermi.
Ruperti a Catanzaro e poi a Palermo
Dall’ 11 giugno 2010, Ruperti viene trasferito nuovamente d’ufficio alla Questura di Catanzaro con l’incarico di dirigente della Squadra Mobile. È in tale veste che colpisce principalmente i clan di Lamezia Terme, ma riesce a portare a termine anche importanti operazioni contro i clan delle Preserre vibonesi e di Vibo Valentia. Ed è sempre Ruperti che nel maggio 2011 arresta Bruno Emanuele, il principale boss delle Preserre, ritenuto responsabile del duplice omicidio dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Loielo, uccisi a Gerocarne nell’aprile del 2002. Per sei anni Ruperti ha anche diretto la Squadra Mobile di Palermo con decine di operazioni contro Cosa Nostra e blitz che hanno colpito i mandamenti di Brancaccio, della Noce, e le famiglie mafiose di Santa Maria del Gesù, Passo di Rigano, Uditore, Torretta, Corso dei Mille, così come la mafia di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna e Salemi. Dopo Palermo, Ruperti è stato poi promosso vice questore vicario a Pisa.
I riconoscimenti
Diversi i riconoscimenti ricevuti dalla magistratura e le note di merito tra cui quella dell’ex procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna. Nel 2004 ha ricevuto il premio “Seminatore della Speranza” conferitogli dall’Ordine dei Giornalisti della Calabria per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata; l’11 maggio 2007 ha ricevuto il premio “L’operatore d’oro” istituito da numerose scuole del Vibonese, quindi il premio “Gerbera Gialla” consegnato nel 2007 a Catanzaro dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Dal 4 giugno 2007 è anche cittadino onoraria del Comune di Ricadi, mentre il 6 ottobre 2007 ha ricevuto il premio “Onore al merito” in segno di gratitudine per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata, ideato dalla Fondazione Tommaso G. di Vibo Valentia e condiviso da tutte le associazioni sociali e culturali della provincia vibonese.