Simula una rapina dopo aver speso nelle slot machine lo stesso denaro che, invece, avrebbe dovuto ritirare in vari esercizi della costa jonica per conto del proprio datore di lavoro. Protagonista della vicenda è un ragazzo di 28 anni, T.P.

Legato mani e piedi all'interno del proprio furgone

Nella serata di sabato scorso, 13 gennaio, gli agenti del commissaria di Rossano, guidati da Giuseppe Massaro, accorrono lungo la statale 106 dopo aver raccolto la segnalazione di una rapina. Qui, all’interno di un furgone, trovano il 28enne legato mani e piedi. Il giovane racconta di essere stato affiancato e bloccato da un veicolo con tre persone a bordo non meglio identificate, che l’avrebbero strattonato ed immobilizzato con delle spesse fascette da elettricista.

Sparito l’incasso della giornata

Il ragazzo poi denunciava di essere stato rapinato della borsa contenente gli incassi ritirati per conto del datore di lavoro. Per ironia della sorte si trattava proprio degli incassi di alcuni videopoker, per un ammontare di circa 2.400 euro. La storia sembrava confermata anche dalle condizioni psicofisiche in cui versava la vittima della presunta rapina.

!banner!

Ricostruzione non del tutto coincidente

I poliziotti tuttavia, sulla base della loro esperienza, di sensazioni personali ma anche della non coincidenza degli orari forniti dal ragazzo sui propri spostamenti, effettuavano ulteriori e più approfonditi accertamenti finalizzati ad accertare la verità. E infatti, nel pomeriggio del giorno successivo, messo davanti ad alcune inconfutabili contraddizioni, l’autista si decideva a raccontare la verità sull’accaduto: aveva inventato la rapina dopo aver speso i soldi spettanti al datore di lavoro, giocando alle stesse slot di cui era stato incaricato di ritirare gli incassi. T.P. è stato deferito all’autorità giudiziaria per simulazione di reato e procurato allarme.