I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un'operazione nei confronti di un imprenditore, calabrese di origine ma a Roma da diversi anni, ritenuto contiguo a una nota cosca di 'ndrangheta, attiva nell'alto ionio cosentino, clan Muto di Cetraro, che ha portato alla confisca definitiva di beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro, ora passati definitivamente allo Stato.

 

L'attività svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria rappresenta la conclusione di articolate indagini che, nel dicembre 2013, avevano determinato l'arresto dell'imprenditore, della moglie e del genero. Nel dettaglio, il Tribunale di Roma, Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, accogliendo pienamente l'appello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, riconosceva non solo la sussistenza di gravi indizi nei confronti dell'uomo e dei suoi familiari ma, soprattutto, la sussistenza delle ipotizzate esigenze cautelari. Più in particolare, i giudici del riesame, valorizzando le investigazioni esperite dalle Fiamme Gialle del Gico e condividendo le motivazioni integrative sottolineate dalla Distrettuale Antimafia capitolina, sottolineavano "la forza probatoria di un'illuminante lettera, rinvenuta nel computer in pregresse attività di perquisizione".

 

La missiva, sottolineano gli investigatori, peraltro indirizzata ad altro pregiudicato mafioso, nel ricordare come l'affiliazione 'ndranghetista costituisca una scelta di vita e non già solo un'opportunità affaristica, evidenziava il ruolo criminale preminente dell'uomo sul destinatario, per poi tenere quella che, in maniera perfetta, è stata definita una vera e propria lezione di ''diritto mafioso''. Nel dettaglio, con l'operazione, che ha interessato il Lazio, la Calabria, la Campania, la Sardegna e la Lombardia, passano definitivamente al patrimonio dello Stato: 62 unità immobiliari tra abitazioni e terreni tra cui una lussuosa villa con piscina e diversi immobili destinati ad attività sportiva e ricreativa, a Roma, e un villaggio turistico a San Nicola Arcella (Cs); 6 auto, anche di lusso (tra cui due Ferrari e due Hummer); un aliscafo; 4 società commerciali; 4 rapporti finanziari. Il valore complessivo si stima pari ad 39.580.488,87 euro.