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ROMA - Incidente diplomatico Rfi-Comune di Cosenza. A scatenare la polemica “espressioni offensive ed ingiuriose” rivolte all’indirizzo dei rom da un funzionario di Rete ferrovie italiane. L’accusa è stata lanciata dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, nella capitale per un vertice con Rfi e Sistemi Urbani, organizzato per parlare del futuro della stazione ferroviaria di Vaglio Lise. Il discorso è però scivolato sulla requisizione, da parte del Comune del Ferrhotel per accogliere parte delle famiglie le cui baracche sono state distrutte da un incendio tre settimane fa. La discussione, questo ha denunciato Occhiuto, sarebbe però degenerata, con giudizi che il sindaco ha definito di natura “razzista”. Il primo cittadino di Cosenza per protesta ha così deciso di lasciare il tavolo di concertazione informando dell’accaduto il presidente delle Fs e il presidente dell’Anci. Occhiuto ha lamentato che i giudizi espressi dal funzionario di Rfi “ledono la dignità degli appartenenti alla comunità rom”. La replica della società non si è fatta attendere. E il racconto su come sarebbero andati i fatti è naturalmente di segno decisamente opposto a quanto denunciato dal sindaco Occhiuto. “Nessuna frase ingiuriosa è mai stata pronunciata da funzionari e dirigenti di Rfi”. “E’ stato solo evidenziato ed in maniera pacata, che la presenza così massiccia e continua di tante persone, tra cui molti minori, in prossimità dei binari e delle aree destinate ai servizi ferroviari stava provocando situazioni di difficile gestione e di oggettivo pericolo, al limite della compatibilità per la sicurezza dell’esercizio. Un problema - conclude Rfi nella sua nota di smentita - che non poteva essere sottaciuto o minimizzato”.