«Eravamo disperati e rovinati al pub. Abbiamo pensato di bruciarlo per recuperare qualche soldo con l'assicurazione ma non avrei mai pensato che andasse a finire così». Crolla già il giorno successivo al rogo mortale, Gennaro Fiorentino, gestore "occulto" del Tonninas Pub, condannato in primo grado a nove anni, cinque mesi e 23 giorni di reclusione per aver dato mandato a Giuseppe Paonessa e a Eugenio Sergi di appiccare il fuoco all'interno del locale notturno nel quale la notte tra il 4 e il 5 aprile del 2018 i due giovani hanno perso la vita. E' lo stesso Fiorentino ad ammettere di non poter più negare nel corso di una intercettazione ambientale annunciando ai suoi familiari di aver confessato: «E' finito tutto, è inutile. Hanno tutto, le telefonate, hanno i video ci hanno visti a Borgia. Lé non posso negare hanno i video». Eppure, il racconto fornito dai "protagonisti" coinvolti "nella triste vicenda" non convince del tutto il giudice dell'udienza preliminare, Giacinta Santaniello, che nelle motivazioni alla sentenza di condanna emessa il 4 marzo scorso resta ferma nella convinzione che «nessuno abbia inteso riferire agli investigatori tutte le informazioni di cui era a conoscenza». A partire dal gestore Gennaro Fiorentino, unica persona ad essere stata condannata per il rogo mortale.

 

La confessione di Gennaro Fiorentino

«Circa due mesi fa - confessa nel corso dell'interrogatorio - mi trovavo al locale e parlando di questa situazione con Giuseppe Paonessa di Borgia, questi mi proponeva di risolverla incendiando il locale e prendendo i soldi del risarcimento. Conoscevo Giuseppe Paonessa già da un po' ma avevamo poi perso i contatti. Abbiamo ripreso a frequentarci perchè ogni tanto veniva al locale a cenare. Invece, non conoscevo così bene Eugenio Sergi, solo di vista. Inizialmente non acconsentivo alla proposta di Paonessa ma poi preso dalla paura di non riuscire ad affronatare la situazione, ho pensato fosse la soluzione migliore. Paonessa mi disse che avrebbe pensato a tutto lui e mi avrebbe contattato qualche giorno prima quando sarebbe stato tutto pronto per agire. Paonessa non mi aveva chiesto soldi o altro per eseguire il piano ma gli avevo promesso un proiettore che gli piaceva. Preciso, inoltre, che Paonessa non mi ha minacciato nè costretto a fare questo piano. Ieri sera come sempre, mi trovavo al Tonninas assieme a mio cognato, Pietro Villi, quando verso le 22.30 a bordo della Lancia Y che abitualmente utilizzo, partivo alla volta di Borgia per andare a prendere Paonessa dal bar gestito da suo padre. Ci incontravamo la assieme a Eugenio Sergi, quindi tornavamo a Catanzaro Lido dove lasciavo i due ragazzi sul lungomare di fronte alla struttura di Scozia nei pressi del Lido Anapi e del Lido Sirena. Preciso che i due non avevano taniche di benzina nè altre attrezzature. Dopo averli lasciati, verso le 23.30 tornavo al Tonninas dove mi trattanevo fino alle 00.20, quando chiudevo il locale assieme a mio cognato dopo che i dipendenti erano andati via. Accompagnavo a casa mio cognato e cominciavo a girovagare in macchina per Catanzaro Lido, non so come sia partita la chiamata a Paonessa all'1.02 dal mio telefono cellulare, anche perchè non eravamo rimasti d'accordo nè di risentirci nè di rivederci dopo l'incendio». 

 

Le motivazioni del gup

«E' certo che avesse avuto anche contezza delle modalità esecutive dell'incendio» annota, invece, nella sentenza il gup del Tribunale di Catanzaro riferendosi a Gennaro Fiorentino. «Avendo l'imputato quella sera accompagnato gli esecutori materiali». Così come non può eslcudersi, a parere del giudice, che «non avesse in alcun modo avuto percezione della quantità di liquido infiammabile nonchè della presenza del nebulizzatore, strumento atto ad aumentare esponenzialmente la portata micidiale del combustibile. Invero, è circostanza non contestata che la sera dell'incendio Gennaro Fiorentino abbia accompagnato Paonessa e Sergi in località Catanzaro Lido, ove si trova il ristorante Tonninas. La collaborazione in tal senso trova del resto giustificazione nei pregressi accordi e appare, altresì improbabile e non altrimenti giustificabile, che Paonessa e Sergi abbiano recuperato tre taniche di materiale combustibile di portata di 75 litri e un nebulizzatore lungo il tragitto tra il luogo, dove secondo le dichiarazioni rese dall'imputato, venivano lasciati e il locale Tonninas. Potendo, invece, ipotizzarsi che avessero trasportato a bordo dell'autovettura tale materiale la sera stessa, o nel pomeriggio. Anche in considerazione del fatto che appare davvero inverosimile che non solo non avvessero chiesto nulla in cambio per l'esecuzione del delitto ma addirittura avessero provveduto a proprie spese a procurare la benzina e a trasportla fino al Tonninas. Ed allora - conclude il gup - rispetto a questa contestazione deve concludersi che non sussistono dubbi in ordine alla responsabilità di Fiorentino avendo egli certamente concorso con Paonessa e Sergi nella organizzazione del delitto e avendo collaborato nelle fasi preparatorie del fatto accompagnadoli a Catanzaro Lido. Sussite altresì l'aggravante dell'aver approfittao di circostnze di tempo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa atteso l'orario notturno in cui veniva posta in essere la condotta delittuosa che ha agevolato la commissione del reato».

 

Luana Costa

 

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