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Svela retroscena del tutto inediti e per molti versi imbarazzanti anche in ordine ad un episodio finito al centro delle cronache per settimane, con relativi strascichi di polemiche nella politica vibonese, l’ordinanza dell’inchiesta “Robin Hood” che ieri ha portato in carcere il consigliere regionale Nazzareno Salerno. Una vicenda che vede per protagonista Vincenzo Spasari, 56 anni, di Nicotera, arrestato ieri per concorso in estorsione, aggravata dalle modalità mafiose, ai danni del dirigente della Regione Calabria, Bruno Calvetta, insieme al vibonese Gianfranco Ferrante ed a Nazzareno Salerno. Ma indagato anche per aver tentato di sistemare alla Regione Calabria il proprio figlio ed il cognato del boss della ‘ndrangheta Luigi Mancuso.
Vincenzo Spasari viene descritto dai carabinieri del Ros come il “marito di Virgillo Marianna che, a sua volta è sorella di Virgillo Antonio, ritenuto - scrivono i carabinieri - personaggio di rilievo legato alla cosca Mancuso e in particolare a Luigi Mancuso, come si evince anche dalla foto scattata nel 1988 in occasione del matrimonio proprio di Luigi Mancuso che vede seduti allo stesso tavolo Antonio Virgillo, Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, e lo storico boss di Isola Capo Rizzuto Nicola Arena”.
Vincenzo Spasari, impiegato di Equitalia a Vibo, è anche il padre della sposa atterrata in elicottero nel settembre scorso in largo Roberto il Guiscardo a Nicotera che ha contratto matrimonio con Antonio Gallone, affidato in prova ai servizi sociali a seguito di precedenti penali in materia di stupefacenti e ritenuto dagli investigatori “contiguo alla consorteria criminale dei Mancuso”.
La sospensione del comandante della polizia municipale di Vibo. Per i carabinieri del Ros, al fine di evidenziare la figura ed i contatti di Vincenzo Spasari è importante una vicenda che ha tenuto banco per settimane sulla stampa vibonese e non solo. La sospensione dall’incarico nel 2014 del comandante della polizia municipale di Vibo Valentia Filippo Nesci (in foto), “disposta dal sindaco Nicola D’Agostino a seguito di espressa richiesta - evidenziano gli investigatori - del prefetto di Vibo”. E’ documentato per il Ros l’interessamento di Vincenzo Spasari per tale vicenda a “testimonianza della capacità di infiltrazione nella pubblica amministrazione - rimarcano i carabinieri di Spasari Vincenzo, e tale vicenda risulta preziosa perché dà prova dei rapporti fra l’indagato Spasari e Rizzo Giuseppe, quest’ultimo ritenuto portavoce ed uomo di assoluta fiducia del boss Mancuso Luigi”.
Dopo la sospensione del comandante della Polizia municipale di Vibo, Filippo Nesci, Spasari al fine di aiutare il comandante sospeso, contatta infatti al telefono proprio Giuseppe Rizzo e prima ancora si registra una telefonata fra Vincenzo Spasari e suo fratello Corrado, quest’ultimo vigili urbano e collega di Nesci. I due, ad avviso del Ros, sono alla ricerca di un “soggetto che possa incidere sulla situazione di Nesci”, tanto che Vincenzo Spsari intercettato pronuncia la frase: “A chi possiamo avvisare?” Alla fine i due interlocutori individuano in Giuseppe Rizzo la persone giusta per risolvere la “situazione di Nesci”, tanto che ad incontrarlo il giorno seguente sarà il vigile urbano Corrado Spasari.
Significativa in tal senso è anche una telefonata intercettata fra Vincenzo Spasari e la moglie a proposito della vicenda di Filippo Nesci, con la donna che chiede se abbiano “fatto qualcosa”, e con Vincenzo che risponde di no perché una terza persona “non c’era”, motivo per il quale ha poi mandato il fratello Corrado all’ospedale di Vibo per parlare con Rizzo Giuseppe che lo avrebbe rassicurato sul fatto che gli avrebbe “fatto avere l’imbasciata tramite il fratello” Corrado. Non essendo ancora giunta risposta, secondo la ricostruzione del Ros, Vincenzo Spasari aggiunge poi che “quello là, Filippo Nesci, si è recato dal fratello Corrado Spasari a piangere dicendo: ‘Corrado, ma abbiamo novità, che mia moglie piange, si spaventa’”. A questo punto è Vincenzo Spasari, ad avviso degli inquirenti, ad interessarsi personalmente della vicenda andando ad incontrare Giuseppe Rizzo, chiamando poi il fratello Corrado per “portargli l’esito dell’imbasciata diretta a Filippo Nesci, circostanza - per il Ros - desunta dall’intero contesto e dal fatto che i due interlocutori intercettati facciano riferimento ad un contenzioso in atto”.
Gli inquirenti non riportano l’esito dell’imbasciata perché non utile a tale indagine, ma sottolineano come appaia più che significativa tale vicenda per spiegare i contatti nella pubblica amministrazione di Vincenzo Spasari ed i suoi rapporti con personaggi ritenuti vicinissimi al clan Mancuso.
Giuseppe Baglivo