Il collaboratore di giustizia e uno dei principali testi dell’accusa nel maxiprocesso che si sta tenendo nell'aula bunker di Lamezia Terme ha indicato numerosi soggetti spiegandone ruoli e collegamenti
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È stata la volta dei riconoscimenti fotografici per Andrea Mantella, chiamato a testimoniare nel corso dell’udienza del maxiprocesso Rinascita Scott, ripresa ieri dopo l’interruzione per un sospetto caso di Covid fra le guardie giurate che prestano servizio nell’aula bunker di Lamezia Terme. Dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo, il collaboratore di giustizia ha riconosciuto gran parte dei soggetti le cui fotografie gli sono state mostrate in video. Ad iniziare dai fratelli Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota, collocati da Mantella al vertice del “locale” di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio ma con amicizie pure fra i Pelle di San Luca, detti Gambazza. «È stato Vincenzo Bonavota – ha affermato Mantella – a lasciare in eredità ai figli tali legami, compresi quelli con gli Alvaro di Sinopoli ed i Morabito, Palamara e Bruzzaniti di Africo. Il locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio ha delle filiali anche in Canada, a Toronto, ed a Carmagnola, in Piemonte, dove operano gli Arona, così come a Genova con Onofrio Garcea, originario di Pizzo Calabro e parente degli stessi Bonavota. E’ stato Garcea – ha dichiarato Mantella – ad ospitare nel 2008 Domenico Bonavota all’epoca latitante.
Domenico Cugliari, detto Micu i Mela, è invece lo zio materno dei fratelli Bonavota e che, alla morte di Vincenzo Bonavota, ha preso in mano le redini del clan. E’ un soggetto di vertice della cosca, al cui comando è poi subentrato Pasquale Bonavota, mantenendo comunque Cugliari un ruolo di spicco, tanto da essere presente in molti dei summit in cui si decidevano pure omicidi”. Altri soggetti riconosciuti in foto da Andrea Mantella sono stati Francesco Fortuna, indicato pure lui ai vertici del clan Bonavota, Onofrio Barbieri e Giuseppe Barbieri, detto “Padre Pio”. Riconosciuti in foto ed indicati quali soggetti “vicini ai Bonavota, anche Antonio Patania, Giuseppe Ferito, Gianfranco Russo, Salvatore Bonavota e Raffaele Serratore, quest’ultimo indicato come “favoreggiatore della latitanza di Domenico Bonavota».
Su Basilio Caparrotta, invece, Andrea Mantella ha affermato che si tratta di un soggetto di Sant’Onofrio rivale dei Bonavota ed in suo favore, al fine di risparmiargli la vita una volta uscito dal carcere, sarebbero intervenuti i Pelle di San Luca e il boss di Vibo Carmelo Lo Bianco, detto Sicarro.
Il locale di ‘ndrangheta di Vibo Valentia
Passando ai vibonesi, Andrea Mantella ha riconosciuto in foto numerosi soggetti, non tutti imputati in Rinascita Scott. Nomi come quelli del cugino Rosario Lo Bianco, alias «Pompa, coinvolto nell’omicidio di Piccione – ha affermato Mantella -, mentre Domenico Lo Bianco è il fratello di Paolo Lo Bianco».
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