Anche i Bonavota di Sant’Onofrio, Salvatore Morelli di Vibo Valentia, facente parte del gruppo di Andrea Mantella, e Bruno Emanuele a capo dell’omonimo clan delle Preserre volevano morto Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”. Continuano nel maxiprocesso Rinascita Scott le dichiarazioni di Andrea Mantella che, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, ha svelato i piani per eliminare il boss di Nicotera Marina. Dichiarazioni sul punto convergenti con quelle già rese dal collaboratore di giustizia Raffaele Moscato. 

Il clan dei Piscopisani – ha spiegato Mantella – avrebbe però commesso un errore, quello di svelare il proposito di uccidere Pantaleone Mancuso a Saverio Razionale di San Gregorio d’Ippona. «Saverio Razionale si è venduto i Piscopisani ed ha informato Pantaleone Mancuso – ha dichiarato Mantella – dell’intenzione di più clan di ucciderlo. Il piano vedeva coinvolto nel programmato omicidio di Pantaleone Mancuso il mio gruppo, quello di Bruno Emanuele delle Preserre, Domenico Bonavota di Sant’Onofrio e i Piscopisani. Michele Fiorillo, detto Zarrillo – ha svelato il collaboratore – era però legato a Saverio Razionale e riferì a quest’ultimo le nostre e le sue intenzioni. Un errore, poiché Razionale si incontrò sul Poro con Mancuso mettendolo in guardia. Ecco perché Scarpuni si è salvato».

L’accordo stipulato in carcere prevedeva che il primo fra Mantella, Bruno Emanuele, Domenico Bonavota o qualcuno dei Piscopisani fosse uscito dal carcere avrebbe dovuto assassinare Pantaleone Mancuso.