Esordio nel maxiprocesso per il tenente colonnello Massimiliano D’Angelantonio, che rispondendo alle domande del pm De Bernardo ha ripercorso le attività investigative seguite dal suo reparto
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Esordio nel maxiprocesso Rinascita Scott per il tenente colonnello, Massimiliano D’Angelantonio, alla guida dei carabinieri del Ros di Roma. Dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, il teste dell’accusa ha ripercorso in aula alcune delle vicende sviluppate dal suo reparto e le indagini seguite su diversi imputati.
Uno delle figure monitorate dal Ros di Roma è stata quella di Saverio Razionale, indicato come il boss di San Gregorio d’Ippona, con interessi milionari – secondo l’accusa – anche nella capitale. E’ emerso così che a Roma Saverio Razionale dimorava in un residence sito in via Aurelia Antica e le attività investigative hanno permesso di appurare come il boss fosse impegnato nella gestione di importanti investimenti e attività imprenditoriali in forma occulta, svolgendo anche funzioni di “mediazione” per la risoluzione di vicende riguardanti il Vibonese.
E’ stato poi documentato un rilevante investimento ritenuto occulto, attuato da Saverio Razionale in un gruppo societario gestito dall’imprenditore reggino Antonino Delfino. L’investimento è stato strutturato su 15 società italiane e britanniche operanti nel settore della produzione e commercializzazione di calzature e abbigliamento. Le indagini hanno dimostrato come Razionale fosse diventato socio occulto di Delfino, fornendo liquidità per 500 mila euro circa, somma necessaria per aprire un sito di produzione e diversi negozi a Roma e in varie città italiane, tra le quali Vibo Valentia.