In aula il comandante del Ros di Catanzaro che ha raccontato l’interessamento di Luigi Mancuso per inserire l’impresa di Filandari nei lavori del nuovo nosocomio e di un villaggio fra Ricadi e Tropea
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Udienza dedicata alla figura dell’imprenditore Angelo Restuccia, 84 anni, di Filandari, quella del maxiprocesso Rinascita Scott in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Ad illustrare le risultanze investigative, il colonnello Giovanni Migliavacca che guida il Ros di Catanzaro. «L’impresa di Angelo Restuccia – ha riferito il teste rispondendo alle domande del pm della Dda Annamaria Frustaci – dall’operazione Conchiglia della Dda di Reggio Calabria era emersa quale ditta che si era imposta per realizzare un prefabbricato nonostante avesse presentato un preventivo superiore alla concorrente». Vicende già oggetto di investigazione da parte della magistratura reggina che nel marzo del 2020 hanno eseguito una confisca milionaria nei confronti dei beni dell’imprenditore Angelo Restuccia, finito anche nell’operazione denominata “Bucefalo”.
In tale contesto, era emerso come l’assegnazione dei lavori per la realizzazione del “Parco Commerciale Annunziata” di Gioia Tauro fosse prerogativa esclusiva della cosca Piromalli, tanto da rappresentare uno dei motivi scatenanti la storica rottura dei rapporti con il clan Molè. E proprio i rapporti fra Angelo Restuccia e l’imprenditore dell’abbigliamento Alfonso Annunziata sono stati anche questi al centro dell’esame del colonnello Giovanni Migliavacca.
Il progetto del nuovo ospedale di Vibo Valentia
In particolare, dalle investigazioni confluite nell’operazione Rinascita Scott è emerso un primo incontro con Luigi Mancuso, che si sarebbe tenuto nella frazione Caroni di Limbadi. E qui le “sorprese”. È Angelo Restuccia, intercettato a parlare con la propria moglie, a svelare che nel corso di tale incontro avvenuto il 21 dicembre 2013, dopo aver chiamato in disparte Luigi Mancuso e avergli consegnato qualcosa, quest’ultimo gli aveva comunicato di avere in serbo una sorpresa per lui, cioè per l’imprenditore Angelo Restuccia: «la costruzione di una parte del nuovo ospedale di Vibo Valentia». Luigi Mancuso avrebbe quindi voluto inserire l’impresa di Angelo Restuccia nei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo.
Per gli investigatori del Ros è significativo che Luigi Mancuso abbia «parlato della costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia pochi giorni dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto, quando cioè era conosciuto il vincitore, benchè le risultanze siano state pubblicate circa due mesi dopo tale conversazione intercettata».
Il villaggio Baia di Riaci
Sempre da un dialogo del 21 dicembre 2013 sarebbe poi emerso che Angelo Restuccia avrebbe rivelato alla moglie di aver accompagnato «Alfonso Annunziata ad un incontro avvenuto a Caroni di Limbadi a casa – ha spiegato il teste Migliavacca nel corso dell’esame – di Goffredo Cannizzaro, quest’ultimo in contatto con Giuseppe Mancuso del ’90 e con Silvana Mancuso». In tale incontro si sarebbe parlato anche dei lavori che dovevano essere eseguiti «nel villaggio Baia di Riaci di Vincenzo Renda, iniziati nel 2013 e terminati nel 2017». Il villaggio fra Ricadi e Tropea – secondo le risultanze investigative del Ros – nel dicembre 2012 era stato acquistato dall’impresa “Genco Carmela” (madre di Vincenzo Renda) che l’aveva ottenuto dalla “Tropea srl” all’epoca in liquidazione e con soci tedeschi. «In tale contesto – ha riferito il colonnello Migliavacca – è emerso che Luigi Mancuso aveva manifestato la volontà che i lavori al villaggio Baia di Riaci venissero eseguiti da Angelo Restuccia. Ed effettivamente Vincenzo Renda si è poi avvalso dell’imprenditore Angelo Restuccia per tutti i lavori al Baia di Riaci».
Da ricordare che l’imprenditore ed avvocato Vincenzo Renda da Rinascita Scott è stato assolto al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Nei suoi confronti la Dda di Catanzaro aveva chiesto 10 anni e 10 mesi. Lo stesso Renda è stato invece condannato il 19 gennaio scorso nel processo Imponimento (sempre con rito abbreviato) alla pena di 4 anni e 10 mesi. Alfonso Annunziata non è imputato in Rinascita Scott.
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