«Buon vesparo, saggi compagni. Siete conformi a battezzare questo locale? A nome dei nostri vecchi antenati, i tre cavalieri spagnoli, Osso, Mastrosso e Carcagnosso, battezzo questo locale. Se prima lo conoscevo per un locale di transito e passaggio, da ora in poi lo riconosco per un luogo sacrosanto e inviolabile dove si battezzano i picciotti…». Ecco i pizzini, le formule ed i rituali.

Sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia nell’ambito della maxi-inchiesta “Rinascita – Scott”, che ha consentito alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro di assestare un colpo storico ai maggiori clan mafiosi del Vibonese. «Come si forma un locale di ‘ndrangheta», in una prima versione ed in una versione alternativa.

E poi «Come si forma una società». E ancora, ecco il «Giuramento del picciotto»: «Giuro su questo pugnale e su questa tomba larga e profonda al livello del mare, dove nessuno la potrà scoprire, di essere fedele con i miei compagni e tutti i saggi maestri, di non trasgredire le regole sociali e di essere sempre pronto ad ogni chiamata dell’onorata società».

E poi formule per battezzare i giovani d’onore, i camorristi. E poi ecco una chicca: il significato delle carte napoletane nel simbolismo ‘ndranghetista. Anche questo recuperato dagli uomini del maggiore Valerio Palmieri che sono entrati fino al cuore del clan del Vibonese. Ancorati ad un’ortodossia fatta di riti, doti, regole che si è tradotta, anche negli ultimi anni, in una presenza invasiva ed asfissiante in un territorio che oggi si risveglia quasi liberato dalla paura.