È agli sgoccioli il maxiprocesso Rinascita Scott contro la 'ndrangheta vibonese, che si svolge nell’aula bunker di Lamezia Terme e vede alla sbarra oltre trecento imputati. Il Tribunale di Vibo Valentia (presidente Brigida Cavasino, giudici a latere Claudia Caputo e Germana Radice) che lo presiede si è ritirato questa mattina in camera di consiglio, annunciando che la lettura della sentenza non avverrà prima del 6 novembre.  

Nel corso dell'ultima udienza erano previste le repliche della pubblica accusa, ma il pm Antonio De Bernardo, affermando di ritenere esaustivo quanto è emerso dal dibattimento, ha rinunciato ad intervenire.

Le richieste di condanna 

Lo scorso 7 giugno l'accusa - rappresentata dal pool del procuratore Nicola Gratteri, completato dai pm Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso - ha avanzato le proprie richieste di pena: in totale 4.744 anni e 10 mesi di reclusione. Pene severe, fino a trent’anni di carcere ciascuno, invocate non solo nei confronti dei presunti vertici dei clan vibonesi ma anche dei presunti sodali. Oltre 400 i capi d'imputazione. Tra le richieste avanzate dalla Dda di Catanzaro dopo tre settimane di requisitoria, poi, anche 9 assoluzioni e 3 prescrizioni

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Diversi i nomi "eccellenti" coinvolti nella maxinchiesta e finiti sul banco degli imputati. La Dda di Catanzaro ha chiesto 17 anni di carcere per l'avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli. Ritenuti colpevoli dal pool di Gratteri anche altri politici calabresi, dall'ex consigliere regionale Pietro Giamborino (per lui chiesti 20 anni), all'ex sindaco di Pizzo e presidente dell’Anci Gianluca Callipo (18 anni). Tra gli imputati figurano il tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli (per lui sono stati chiesti 8 anni); l'ex militare della Guardia di finanza Michele Marinaro (17 anni), accusato anche lui di concorso esterno, e l'imprenditore Rocco Delfino (12 anni). Per il boss Luigi Mancuso, esponente di spicco dell'omonima cosca, si procede con un processo separato.