L’operazione Quarta copia portò alla luce l’occultamento di scarti, anche di tipo ospedaliero, nelle discariche del territorio, poi risultate contaminanate
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Senza udienza preliminare, considerata superflua visto il quadro indiziario, entrerà direttamente nel vivo il 7 aprile prossimo il processo scaturito dall’inchiesta Quarta Copia condotta dalle procure di Lamezia e Catanzaro. In dieci andranno a processo immediato: Maurizio Antonio Bova, Angelo Romanello, Domenico Antonio Sacco, Assunta Villella, Giuseppe Parisi, Giuseppe Liparota, Gianfranco Liparota, Felice Antonio Liparota, Pasquale Gabriele e Felice Gabriele.
L’operazione, venne condotta dalla Polizia di Stato, su delega della Dda di Catanzaro, e portò all’esecuzione due distinte ordinanze di custodia cautelare per attività organizzata finalizzata al traffico illecito di rifiuti ed inquinamento ambientale. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Catanzaro e dal commissariato di Lamezia Terme, supportate da intercettazioni telefoniche, avrebbero fatto emergere l’esistenza di vero e proprio sistema criminale che gestiva in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti sversati all’interno di discariche abusive nel comprensorio lametino.
In particolare, gli scarti interrati formalmente dovevano andare ad una società con sede a Gizzeria, la Ecoloda, in realtà sotto sequestro. I rifiuti arrivavano dalla Campania e dai rilevamenti effettuati risulta che siano stati sversati nel terreno anche rifiuti ospedalieri e farmaci, in particolari antibiotici.I monitoraggi effettuati successivamente portarono ad individuare in quelle aree percentuali di idrocarburi C>12 e arsenico superiori alle soglie consentite.