Il sindacato chiede che sia convocato urgentemente un tavolo regionale sindacale di confronto sulla questione
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«Non possiamo non rimanerne preoccupati e sbalorditi per la decisione assunta dal Presidente Santelli di bloccare la bozza dell’ordinanza con la quale si stavano per autorizzare altri sversamenti negli impianti privati di trattamento dei rifiuti, ordinanza voluta e sostenuta da due suoi assessori». Così in una nota FP Cgil.
«A fare da capro espiatorio – si legge ancora - anche il Dirigente del settore ambiente, il quale tuttavia non è che abbia brillato di luce positiva in questi tempi di emergenza sanitaria, mettendo in piena mostra la disinvoltura con la quale affronta i problemi che afferiscono le sue competenze, un dirigente dalla pienezza dei poteri, di lungo corso, che nell’apparto regionale ha sempre svolto ruoli di primo piano sotto tutte le bandiere. Ma non è con il dirigente che abbiamo intenzione di polemizzare, ma sul fatto che sulla questione igiene ambientale come Cgil, confederale e di categoria, proprio in considerazione degli eventi avevamo chiesto un incontro all’assessore al ramo per avviare un confronto sulla situazione attuale, che andasse dai protocolli di attuazione dell’emergenza sanitaria Covid-19, allo stato di attuazione della riforma delle ATO che si è caratterizzata per un acceso decentramento territoriale, che speriamo non si traduca in un gesto ponziano della Regione Calabria».
«L’emergenza rifiuti – prosegue la nota - è crescente su tutto il territorio regionale con punte di crisi a Reggio Calabria e Locri, passando per la situazione, forse sbloccata a Cosenza, che rimane critica anche nei territori di Catanzaro e Crotone. Lavoratori che subiscono ritardi nell’erogazione degli stipendi, che non ricevono adeguatamente i DPI ed impianti ormai al collasso. A questo punto non possiamo non ribadire la necessaria ed urgente convocazione di un tavolo regionale sindacale di confronto sulle questioni sollevate in questi giorni, discussione alla quale riteniamo imprescindibile la presenza delle ATO calabresi».
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