Sono ancora tanti, troppi i comuni calabresi che rischiano di vedersi sospeso qualunque tipo di contributo regionale, ad eccezione dei fondi por 2007- 2013, se non verseranno le cifre di cui sono morosi nei confronti della Regione per quanto concerne il servizio di conferimento dei rifiuti solido urbani. Agli inizi dello scorso mese di maggio alcune amministrazioni hanno versato una nuova percentuale del debito, ma si è ancora lontani dall'azzerare quello che per la Calabria è un vero e proprio buco nero. Mancano all'appello, infatti, 28 milioni e mezzo di euro in cui sono raggruppati i debiti contratti nel 2013 e nel 2014. La cifra rispetto allo scorso mese di aprile è diminuita di sei milioni e mezzo di euro, ma non abbastanza per dire che i comuni sono fuori pericolo.

 

In tutto sono 151 le amministrazioni a rischio. Quella sull'orlo del baratro è Reggio Calabria. La città dello Stretto con i suoi 9 milioni e 800 mila euro di debito sui rifiuti, copre quasi un terzo del totale della cifra mancante. A seguire, ma a netta distanza in termini di accumulo del debito, è Cosenza che deve alla Regione due milioni e 600 mila euro. Hanno azzerato, invece, tutti i loro passivi Catanzaro e Vibo Valentia, che si sono rivelate virtuose. Hanno quasi abbattuto il debito comuni come Cetraro e Mileto che in poco tempo hanno quasi estinto la cifra. Ferme, invece, sulle loro posizioni città come Lamezia Terme (665 mila euro), Bagnara (819 mila euro), Paola (613 mila euro), Strongoli (575 mila euro), Cariati (474 mila euro) che non sono riuscite negli ultimi tempi a pagare neanche un centesimo.


Tiziana Bagnato