Il sindaco della cittadina ionica ha assistito dalla finestra di casa alla manifestazione di solidarietà nei suoi confronti. Numerosi i presìdi in sua difesa in tutta Italia
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Affacciato alla finestra di casa col pugno sinistro chiuso: così Domenico Lucano ha salutato le circa quattromila persone giunte a Riace per testimoniare la loro solidarietà al sindaco - ora sospeso - agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I manifestanti, dopo aver percorso le strade del paese, sono giunti sotto casa di Lucano urlandogli "Tieni duro, continua a lottare sempre. In questa battaglia di civiltà non sarai mai solo!". Il corteo, dopo aver percorso le strade di Riace e raggiunto la piazza principale, si è diretto sotto casa di Lucano. Alla vista del corteo Lucano è comparso dietro una finestra, salutando i manifestanti più volte con la mano e commuovendosi. In strada i manifestanti hanno intonato "Bella ciao".
«Sono rimasto senza parole un'emozione indescrivibile, un fiume di solidarietà, non avrei mai immaginato che un giorno sotto questa casa arrivasse così tanta gente». Lo ha detto all'Agi il sindaco di Riace, Domenico Lucano, intervistato nella sua abitazione dove è in regime di arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti, commentando la manifestazione che si è tenuta oggi a Riace in suo sostegno. «Per un attimo - ha aggiunto Lucano - le amarezze di questi giorni, quello che ho provato per quello che sto passando, hanno lasciato lo spazio al pensiero che veramente vale la pena continuare per accarezzare il sogno di una possibile utopia sociale. Spero di tornare a essere una persona normale, libera, che non deve subire questi condizionamenti anche perche' sul piano psicologico lasciano un segno. Voglio tornare a essere una persona libera come tutti».
Numerosi gli attestati di solidarietà anche dal resto d'Italia: a Torino, sotto la Prefettura in piazza Castello, si sono dati appuntamento centinaia di persone, esponenti dei sindacati di base, di alcuni partiti di sinistra e dei centri sociali. I manifestanti hanno sfilato per le vie del centro città dietro uno striscione con su scritto: "L'obbedienza non è una virtù. Torino per Riace. Mimmo libero". Molti gli slogan: "intolleranza no. Accoglienza sì", "Divisi siamo niente, uniti siamo tutto. Organizziamoci", "Riace. Riscatto in terra di 'Ndrangheta", "Se l'ingiustizia diventa legge, la resistenza è un dovere".
Anche a Milano oltre un migliaio le persone si sono radunate in piazza San Babila (chiusa per una parte, al traffico sul lato di corso Monforte). Diverse le sigle riunite: Rifondazione Comunista, Liberi e Uguali, Possibile e le associazioni Emergency e i Sentinelli; presenti anche i sindacati di base e i centri sociali tra cui Cantiere e Lambretta. Gli organizzatori della manifestazione sono riuniti sotto le reti "Nessuna persona è illegale", nata dopo la manifestazione del 20 maggio 2017, e "Milano antifascista antirazzista meticcia e solidale".
Diversi gli striscioni esposti tra cui uno che rappresenta il sindaco riacese stilizzato insieme ad un bambino di colore, con al fianco la scritta: "Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza e' un dovere". Su un altro lenzuolo è ritratto invece il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, il cui volto è incluso in un divieto d'accesso a fianco alla scritta "No Salvini Day".