Il sodalizio nato all'indomani del naufragio a Steccato di Cutro: «I veri trafficanti non sono quelli che guidano imbarcazioni di fortuna». Sabato nuovo corteo per chiedere giustizia per le vittime e supporto per familiari e superstiti
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«Auspichiamo tutti, come ha giustamente dichiarato ieri Papa Francesco, durante l’Angelus, che i trafficanti di esseri umani siano fermati e non continuino a disporre della vita di tanti innocenti. Ma è necessario chiarire e rispondere alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – che ha palesemente strumentalizzato le parole del Santo Padre - che i veri trafficanti non sono quelli che guidano e scappano su imbarcazioni di fortuna, cariche di persone disperate, come quella di Steccato di Cutro». Lo affermano in una nota gli esponenti della Rete 26 febbraio, nata all'indomani del tragico naufragio davanti alle coste calabrese e che riunisce oltre duecento associazioni.
«Si tratta invece - prosegue la nota - quasi sempre di criminali diretta emanazione dei gruppi di terroristi, come quelli attivi in Afghanistan, Libia, Siria, Iran e classi politiche corrotte che costringono i migranti a pagare somme elevate e mettere a rischio la loro vita in mare pur di mettersi in salvo dalla persecuzione in terra».
Intanto - fa sapere la Rete - continua necessariamente il lavoro al PalaMilone di Crotone, a supporto dei familiari dei naufraghi, ancora in attesa di risposte certe sul rimpatrio delle salme. Di pari passo si moltiplicano i sit-in in tutta Italia per dire “basta ecatombi nel Mediterraneo” in vista della manifestazione nazionale di sabato 11 marzo a Crotone. Una manifestazione che servirà a chiedere che sia fatta giustizia per le vittime e garantire supporto ai familiari e ai superstiti.