Assolto perché ritenuto incapace di intendere e di volere. Arriva la prima sentenza del tribunale collegiale di Cosenza nell’ambito del processo ordinario “Reset“. Il verdetto è giunto alla fine della seduta giornaliera del procedimento penale che tratta l’esistenza di una presunta confederazione mafiosa operante tra Cosenza, Rende e Roggiano Gravina. Il caso in questione è quello relativo a Cristian D’Ambrosio, ritenuto incapace di intendere e di volere nonché di non essere in grado di partecipare alla fase processuale. Pertanto, come evidenziato in primis dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Amelia Ferrari, la Dda di Catanzaro (e subito dopo dalla penalista), ha chiesto il proscioglimento. Il tribunale collegiale presieduto dal presidente Ciarcia ha condiviso le due richieste, assolvendo Cristian D’Ambrosio.

Leggi anche

Era stata la difesa di Cristian D’Ambrosio a richiedere la perizia redatta dalla dottoressa Nicotera. La professionista impegnata anche in ambito forense si è determinata sul fatto che Cristian D’Ambrosio sia affetto da una duplice patologia sin dalla nascita avvenuta prematuramente. La perita ha spiegato che il ragazzo di Rende è stato per sei settimane in terapia intensiva e ciò ha comportato delle conseguenze a livello motorio e cerebrale.

Secondo la dottoressa Nicotera, dunque, la sindone di cui è affetto D’Ambrosio comporterebbe ritardi sia a livello cognitivo che psichico. Per questo motivo, D’Ambrosio non potrebbe mai commettere reati di sua iniziativa ma sarebbe dipendente da altri soggetti con i quali ha una dipendenza affettiva o amicale. Continua a leggere su Cosenza channel.