I legali hanno chiesto formalmente l’annullamento in autotutela del provvedimento del 4 novembre 2024, con cui era stato disposta la celebrazione delle udienze nell’aula bunker situtata nella città del Pollino
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L'aula bunker di Castrovillari
Il maxi processo “Reset”, uno dei più rilevanti procedimenti contro la ‘ndrangheta cosentina, al centro di una nuova istanza indirizzata alla Corte d’Appello di Catanzaro e al Tribunale di Cosenza. L’Ordine degli Avvocati e la Camera Penale “Avv. Fausto Gullo” hanno chiesto formalmente l’annullamento in autotutela del provvedimento del 4 novembre 2024, con cui era stato disposto il trasferimento delle udienze dal Tribunale di Cosenza all’aula bunker di Castrovillari.
Secondo i firmatari, Claudio De Luca e Roberto Le Pera, rispettivamente presidenti dell’Ordine degli avvocati di Cosenza e della Camera Penale, il provvedimento si baserebbe su un errore di fatto: l’asserita mancanza di aule protette a Cosenza, circostanza smentita da una recente relazione tecnica datata 27 gennaio 2025.
“Nomadismo giudiziario” e diritto di difesa compromesso
L’iniziativa si inserisce in un più ampio contesto di protesta dell’Avvocatura bruzia contro quello che definisce “nomadismo giudiziario”: lo spostamento dei maxi-processi dalla sede naturale del Palazzo di giustizia di Cosenza ad altre sedi lontane e logisticamente complicate, come Lamezia Terme prima, Castrovillari poi, e persino – sebbene sventato – un tentativo di udienza preliminare a Catania riguardo al procedimento penale "Recovery". Una battaglia portata avanti da mesi, sostenuta anche da rappresentanti delle istituzioni locali e parlamentari, in difesa della centralità della sede giudiziaria di Cosenza e del principio costituzionale del giusto processo.
La nuova documentazione: «Aule adeguate e tecnologicamente pronte»
L’istanza si fonda sulla “Relazione sullo stato dell’arte delle aule” firmata dalla Direzione generale per i servizi informativi del Ministero della Giustizia, che attesta la piena operatività tecnologica delle aule del Tribunale di Cosenza. In particolare, le aule 1 e 9 sono state adeguate alla Riforma Cartabia con sistemi di videocollegamento con le carceri, mentre le restanti aule penali sono dotate di telecamere MaxHub e cablaggio di rete. Si tratta, secondo l’Avvocatura, di un mutamento sostanziale rispetto al quadro valutato nel 2023, quando si faceva riferimento all’impossibilità di gestire un processo con oltre 150 imputati, molti dei quali collegati da remoto.
Errore di fatto e mancata istruttoria
Nel documento, si evidenzia come il trasferimento del processo a Castrovillari sia stato deciso senza una verifica tecnica effettiva sulla disponibilità delle aule cosentine. Una decisione che, secondo gli avvocati, viola i principi di legalità, trasparenza e correttezza dell’azione amministrativa. In assenza di una vera istruttoria, il provvedimento sarebbe dunque viziato da errore di fatto e da eccesso di potere.
Processo Reset, le richieste dell’Avvocatura
Alla luce di quanto emerso, il Consiglio dell’Ordine e la Camera Penale chiedono l’annullamento in autotutela del provvedimento del 4 novembre 2024; il ritorno del processo “Reset” nella sede naturale del Tribunale di Cosenza; l’adozione di provvedimenti urgenti per ripristinare il diritto di difesa e il rispetto della funzione costituzionale dell’Avvocatura.
Il ritorno a Cosenza del maxiprocesso “Reset”, auspicato dagli avvocati, rappresenterebbe, secondo loro, non solo un ripristino della legalità formale, ma anche un atto di rispetto verso la giustizia di prossimità e il ruolo dell’Avvocatura nel processo penale.