Per Angelo Giuseppe Bastone, docente accusato dalla procura di Cosenza di aver molestato alcune studentesse del liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero, è stato ordinato il reintegro dal tribunale di Cosenza, sezione lavoro

La vicenda era stata sollevata dai ragazzi e dalle ragazze dell’istituto cosentino in una lunga protesta che aveva richiamato l’attenzione dei media nazionali. Bastone, per il momento, prenderà servizio al “Pitagora” di Rende.

Intanto la procura di Cosenza già da tempo ha chiuso le indagini e di recente ha chiesto il processo sia per Angelo Giuseppe Bastone che per l’ex preside Jolanda Maletta, ritenuta responsabile (a dire della procura) del reato di omissione d’atti d’ufficio. L’udienza preliminare è stata fissata nel mese di maggio 2023. Entrambi gli imputati sono da ritenersi presunti innocenti fino a sentenza irrevocabile di condanna.

Gli avvocati di Bastone a Cosenza Channel: «Ha subito una gogna mediatica senza precedenti»

«Nel ruolo di difensori del Prof. Angelo Bastone, preso atto della pubblicazione della notizia della sentenza del 22.02.2023 del Tribunale del lavoro di Cosenza che ha disposto la reintegrazione del Prof. Angelo Giuseppe Bastone nel posto di lavoro occupato antecedentemente alla sua destituzione, illegittimamente disposta dal Ministero dell’istruzione il 30.08.2022 e dell’asserito clima di “imbarazzo negli ambienti scolastici cosentini” che il provvedimento giudiziario avrebbe suscitato, avvertiamo l’esigenza di evidenziare che l’unico a potersi continuare a stupire per il clamore mediatico che la vicenda ha suscitato è solo il nostro assistito» scrivono in una nota gli avvocati Giovanni Consoli e Attilio Santiago, difensori di Bastone.

«Questi è stato costretto a subire una gogna mediatica senza precedenti nel mondo scolastico».

«Ha dovuto subire l’infondata ed illegittima sanzione della destituzione nell’ambito di un procedimento disciplinare che, fin da subito, aveva acquisto gli elementi per scagionarlo completamente. Il Prof. Bastone è stato costretto, inoltre, a subire un procedimento penale all’interno del quale spiegherà le proprie difese e dimostrerà l’assoluta estraneità ai fatti contestati. È stato costretto a rivolgersi al Giudice del lavoro per ottenere la giusta disposta reintegrazione e tanto all’esito di un giudizio che ha vagliato correttamente le prove assunte e valutato le false accuse mossegli da chi si è svelato, a tacer d’altro, del tutto inattendibile fornendo una ricostruzione dei fatti inventata e lontana dalla realtà» proseguono i due legali.

«L’attento giudicante, fedele alle prove acquisite al suo cospetto, ha così disposto la reintegrazione nel posto di lavoro e condannato il Ministero al risarcimento del danno e al pagamento delle spese giudiziali. La pronunciata sentenza del Tribunale di Cosenza rappresenta il primo momento di giustizia e verità. In ragione degli ingiusti patimenti subiti dal nostro assistito, non si può ancora esprimere piena soddisfazione per aver smascherato le infamanti accuse rivolte ad un uomo che ha fatto del proprio lavoro una missione e che invece è stato oggetto di false accuse mosse ad arte che saranno smentite una per una, a tempo debito e nelle sedi competenti».

«Alla luce della sentenza del Tribunale di Cosenza, nessun imbarazzo può e deve sorgere nella comunità scolastica che dovrebbe seriamente interrogarsi sulla necessità di rendere vivo il principio di non colpevolezza di chi è indagato, spiegando alle nuove generazioni che il “pregiudizio” costituisce la peggiore condanna che può colpire un uomo e che la prudenza resta la virtù che deve animare chi ha sete di verità e giustizia» concludono gli avvocati Consoli e Santiago.