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Reggio Calabria - Perquisizioni a tappeto dalle prime luci dell'alba impegnano gli uomini del comando provinciale della guardia di Finanza di Reggio Calabria nell'ambito di un'articolata indagine che ha portato ad individuare l'autore di alcune telefonate anonime, con minacce di morte, rivolte reiteratamente a Giuseppe Lombardo e, nello stesso contesto, anche al procuratore aggiunto Nicola Gratteri, entrambi della Direzione distrettuale antimafia dello Stretto.
Nel corso della conferenza stampa è stato reso noto il nome dell’ autore delle minacce telefoniche a Gratteri e Lombardo. E’ il 47enne Francesco Gennaro Triolo, operaio risultato in contatto con soggetti ritenuti contigui a cosche di ‘ndrangheta e che lavora in un centro di distribuzione commerciale situato nelle vicinanze dell’abitazione di Lombardo.
Le indagini, iniziate nel mese di novembre scorso e coordinate dalla procura della Repubblica di Catanzaro, hanno permesso, a seguito di accurati appostamenti e riscontri, di identificare chi ha effettuato, da diverse cabine telefoniche pubbliche, una serie di telefonate anonime, rivolte ai numeri di pubblica utilità 117 e 112, con cui sono state indirizzate, anonimamente, esplicite minacce di morte ai citati magistrati, fortemente impegnati, con delicate indagini, nel contrasto alle più potenti cosche di 'ndrangheta.
Le minacce - Da alcune cabine telefoniche, quasi tutte ubicate nella stessa zona, Triolo avrebbe pronunciato frasi del tenore: "E' pronta la festa per il giudice Lombardo ", oppure "Siamo pronti ad uccidere il giudice Gratteri" con chiari riferimenti anche ai movimenti dei magistrati. Sono stati i militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria a scovare il "telefonista" partendo da una registrazione delle videocamere di un esercizio commerciale. L'uomo sarebbe stato "tradito" dalla particolare andatura, prontamente notata dagli uomini delle Fiamme Gialle che in tempi rapidissimi si sono messi sulle sue tracce. Nei confronti di Gennaro Triolo, secondo gli inquirenti in contatto con soggetti contigui alle cosche, è stata emessa una comunicazione di garanzia e, al momento, ne risponde a piede libero, ma sono state disposte perquisizioni nei confronti di altri soggetti, alla ricerca di elementi in grado di chiarire se stesse agendo in autonomia o per conto di altri.