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20091101 - ROMA - CRO : CARCERI: SUICIDIO BLEFARI, IMPICCATA IERI SERA CON LENZUOLA. Un interno del carcere di Rebibbia, a Roma, in un'immagine d'archivio. La neo brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all'ergastolo per l'omicidio del giuslavorista Marco Biagi, si e' impiccata ieri sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna - secondo quanto si e' appreso - era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che - si e' inoltre appreso - avrebbero sciolto con difficolta' i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si e' impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza pero' riuscirvi. ANSA / ALESSANDRO DI MEO / ARCHIVIO / PAL
La Sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali” della locale Squadra Mobile, a conclusione di serrate indagini coordinate dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, e dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni, nella giornata odierna ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di E. O., 41 anni, ritenuto gravemente indiziato del reato di atti persecutori nei confronti della moglie. È l’ennesimo caso di violenza domestica che viene affrontato e risolto dagli investigatori della Squadra Mobile reggina.
Dopo alcuni anni di matrimonio, il rapporto coniugale si è incrinato, fino ad arrivare alla separazione di fatto della coppia. Da questo momento si è verificata un’escalation di condotte persecutorie che l’uomo ha posto in essere nei confronti della moglie, fatte di ripetute minacce, insulti ed aggressioni fisiche. Le gravi offese – denigratorie della personalità della donna – sono state numerose ed insostenibili, generando nei confronti della vittima un perdurante stato d’ansia dovuto al timore di gravi conseguenze per la sua incolumità. Nel mese di agosto 2016, la donna ha trovato il coraggio di denunciare tutto alle forze dell’Ordine, dopo aver subito l’incendio della propria autovettura, fatto preannunciato dall’uomo che qualche ora prima aveva detto alla donna che «a breve l’avrebbe fatta camminare a piedi».
Successivamente a tale fatto, si sono verificati altri episodi denunciati dalla donna, per i quali si è reso necessario il pronto intervento degli uomini del locale Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico, infatti, in questo mese sono state incendiate, in due circostanze, due autovetture in uso alla donna. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di ricostruire un robusto impianto accusatorio nei confronti dell’uomo, già destinatario del provvedimento di ammonimento adottato il 23 febbraio dal Questore di Reggio Calabria, determinando il Gip ad accogliere la richiesta di misura cautelare in carcere formulata dal Pubblico Ministero a carico dell’indagato, provvedimento che è stato prontamente eseguito dagli uomini della Squadra Mobile, che hanno raggiunto l’uomo e lo hanno condotto nel carcere di Arghillà, dove si trova attualmente ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.