L'indagine risale al 2 agosto scorso e ha fatto luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta negli appalti dell'Asp reggina. Il politico dell'Udc è agli arresti domiciliari
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Il Tribunale del Riesame ha confermato gli arresti domiciliari per il consigliere regionale della Calabria Nicola Paris, eletto nel 2020 con la lista dell'Udc e arrestato nell'agosto scorso con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta "Inter Nos" coordinata dalla Dda e dalla Procura ordinaria di Reggio Calabria.
Paris, che é difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Attilio Parrelli, é stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Karin Catalano su richiesta del procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua.
Le motivazioni
L'indagine, condotta dalla guardia di finanza, ha fatto luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta negli appalti dell'Azienda sanitaria di Reggio Calabria. Secondo l'accusa, in particolare, Paris avrebbe tentato di intervenire, è scritto nel provvedimento restrittivo, con il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, al fine di sollecitare il rinnovo contrattuale del direttore del settore della struttura complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell'Azienda sanitaria, Giuseppe Corea. Quest'ultimo, secondo gli inquirenti, è la persona grazie alla quale le imprese vicine ai clan Serraino, Iamonte e a quelli della Locride si accaparravano gli appalti.