L’allarme dell’allora dirigente facente funzioni dell’ospedale di Lamezia Tomaino, minacciato di morte per aver tentato di scombinare gli affari dei Putrino
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«Stanno facendo carne di porco, si stanno contendendo i morti a cazzotti, dobbiamo fare qualcosa». Così il direttore sanitario facente funzioni dell’ospedale di Lamezia Domenico Antonio Tomaino si sfogava e raccontava all’allora commissario straordinario dell’Asp Perri come le cose al Giovanni Paolo II stessero degenerando e “i cassamortari” si comportassero da padroni. Eppure proprio Perri, secondo gli investigatori, appena insediatosi avrebbe offerto la propria disponibilità ai Putrino. Circostanza che sarebbe avvalorata da non avere fatto bandi permettendo, sottolineano le carte dell’inchiesta, il proseguimento di un affidamento illegittimo oltre che dalla frase intercettata “Perri è dei nostri”. Sarebbe stato sempre lui a consigliare di contattare Pugliese che per il ruolo ricoperto avrebbe potuto fare di più per garantire l’accaparramento del servizio ai Putrino.
Anche nella telefonata con il direttore sanitario dell’Asp Dell’Isola Tomaino è agitato: «Mi sto battendo per questo, ma resto inascoltato - afferma – in una riunione di qualche tempo fa, ho riferito queste cose e mi sono saltati tutti addosso, che dicevo fesserie». Tomaino avrebbe raccontato di come i Putrino avessero perfino le chiavi dei reparti, circostanza che gli sarebbe stata negata dai colleghi ma a suo dire inoppugnabile e di cui tutti sapevano.
Sempre Tomaino a causa dei suoi movimenti per arginare il dominio dei Putrino nei reparti fu minacciato di morte e sporse denuncia ai carabinieri. «Attenzione a come ti comporti che ti sterminiamo la famiglia», questo l’sms ricevuto. Sentito dalle forze dell’ordine il dirigente riportava anche a loro la situazione discussa con Dell’Isola e Perri. I Putrino avrebbero avuto accesso sia al sistema informatico dell'Asp che direttamente alla stanza dei farmaci del Pronto Soccorso.
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