L'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha chiesto e ottenuto di essere ammessa tra le parti civili nel corso dell'udienza preliminare che si sta svolgendo al Tribunale nell'ambito dell'inchiesta Quinta Bolgia. L'operazione condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva travolto l'ente sanitario portandolo allo scioglimento per infiltrazioni mafiose disposto dal ministero dell'Interno. Nell'udienza svolta dinnanzi al Giudice per le udienze preliminari, Teresa Guerrieri, il sostituto procuratore, Vito Valerio, ha chiesto il rinvio a giudizio per Eliseo Ciccone, 66 anni di Catanzaro, direttore dell centrale operativa del 118; per Antonio Tommaso Strangis, 55 anni di Lamezia Terme, rappresentante legale della Croce Bianca; per Italo Colombo, 40 anni di Catanzaro, amministratore della Croce Bianca; per Francesco Serapide, 57 anni di Catanzaro, funzionario dell'unità Igiene e Sanità pubblica dell'Asp e per Giuseppe Pagnotta, 46 anni di Catanzaro, responsabile dell'ufficio Programmazione e Gestione dell'Asp. Le accuse contestate a vario titolo sono corruzione perchè in concorso tra di loro commettevano frode nell'esecuzione del contratto stipulato tra l'azienda sanitaria provinciale e la Croce Bianca per l'affidamento del servizio di ambulanze. In particolare nell'esecuzione del servizio e nell'adempimento degli obblighi contrattuali non assicuravano le prestazioni e le caratteristiche tecniche minime richieste dall'Asp e previste nel capitolato speciale d'appalto. Il procedimento rappresenta uno stralcio dell'inchiesta.

 

Luana Costa