La decisione interessa Pietro e Diego Putrino coinvolti nell'inchiesta della Dda. Il Riesame chiamato a pronunciarsi sulle esigenze cautelari
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Cassata l'ipotesi di turbata libertà della scelta del contraente ma non l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. Così si è espressa la Corte di Cassazione sull'istanza di revoca della misura cautelare disposta per Pietro Putrino coinvolto nell'inchiesta Quinta Bolgia, l'operazione scattata a Lamezia lo scorso ottobre che ha portato, tra gli altri, all'arresto dell'ex parlamentare Pino Galati. La Suprema Corte chiamata a pronunciarsi sul ricorso avanzato dall'avvocato Francesco Gambardella ha annullato senza rinvio la misura cautelare disposta per il reato di abuso d'ufficio riqualificato successivamente in turbata libertà della scelta del contraente. Annullata ma con rinvio al Tribunale del Riesame di Catanzaro affinché valuti eventuali esigenze cautelari, invece, l'ordinanza relativa all'associazione per delinquere di stampo mafioso. Stesso pronunciamento per Diego Putrino, accusato di associazione mafiosa. La Corte di Cassazione ha annullato la misura con rinvio al Tribunale della Libertà.
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