Il documento pubblicato su change.org indirizzato al Comune della città pitagorica è stato sottoscritto da più di 300 utenti i quali hanno espresso la loro contrarietà a modificare il piano originario
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La rimodulazione del progetto Antica Kroton non convince numerosi cittadini e una ventina di associazioni di Crotone, che si sono per questo riunite in un comitato e hanno lanciato un appello pubblico su change.org – sottoscritto attualmente da oltre 300 utenti - per bloccarla «perché rischia di comprometterne definitivamente alcuni degli obiettivi fondamentali».
«L’appello – si legge in una nota del comitato - sottolinea in particolare che le modifiche che si intendono apportare al piano originario vanno di fatto a svilire la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio archeologico, paesaggistico ed architettonico alla base del progetto Antica Kroton e, di conseguenza, l’intero piano di sviluppo economico e sociale del contesto crotonese che al progetto è strettamente connesso. Anziché fare riemergere e rimettere al centro della scena nazionale ed internazionale l’antica ed illustre città di Kroton, centro di indiscutibile rilievo della Magna Grecia, il piano di rimodulazione prevede il dirottamento delle risorse stanziate per attività di manutenzione ordinaria, sulla base dell’aberrante principio che bisogna sacrificare la città antica a quella “consolidata”».
«Il risultato è che una delle poche, se non l’unica, opportunità reale di sviluppo culturale, sociale, economico del nostro territorio – prosegue la nota - rischia di scomparire per sempre mortificando le legittime aspettative della nostra comunità che da troppo tempo ormai, pur avendo risorse uniche al mondo, vive una condizione di isolamento e di degrado. Questo scempio deve finire. Non permetteremo che anche questa occasione vada persa, che il nome e la storia di Kroton vengano sacrificati per una scelta che non riteniamo sia assunta nell’interesse della nostra comunità e per questo chiediamo a tutti i cittadini, gli enti del terzo settore, i comitati, i movimenti di sottoscrivere l’appello pubblico su change.org».