Corsa a due per il successore di Otello Lupacchini, ex procuratore generale di Catanzaro, trasferito dal Csm alla procura generale di Torino, con le funzioni di sostituito procuratore generale, dopo l’intervista rilasciata dall’ex pm - che indagò sulla Banda della Magliana - a Tgcom24. Dichiarazioni che riguardavano le attività giurisdizionali della procura di Catanzaro, avendo espresso critiche verso l’operato del procuratore Nicola Gratteri. Lupacchini, per questo motivo, è stato sottoposto anche a un processo disciplinare, conclusosi di recente con la perdita di anzianità di tre mesi. Oggi il giurista-filosofo è in pensione. 

Procura generale di Catanzaro, le due proposte

La quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha pubblicato le motivazioni su Giuseppe Lucantonio, attuale procuratore aggiunto di Napoli, magistrato di VII valutazione di professionalità, il quale ha ottenuto quattro voti a favore (Filippo Donati, Loredana Micciché, Cesare Lanzi e Michele Ciambellini), rispetto all’attuale procuratore capo di Locri, Luigi D’Alessio, votato solo dal consigliere togato, Giuseppe Cascini. Il consigliere Giuseppe Marra, invece, ha deciso di astenersi in entrambe le votazioni. 

La commissione, che si occupa delle nomine per gli uffici direttivi e semi-direttivi, si è divisa anche in questo caso, dopo la recente nomina per la procura di Bari. Due proposte, una prevalente sull’altra, che saranno valutate dall’assemblea plenaria del Csm, nella seduta del 15 settembre prossimo.

Chi erano gli altri candidati

Il bando del concorso per la procura generale di Catanzaro aveva suscitato tanto interesse nel mondo della magistratura, al punto che avevano presentato domanda Mario Spagnuolo, oggi procuratore capo di Cosenza («non legittimato avendo preso possesso del ruolo in data 30 giugno 2016), Antonio Rosario Luigi Guerriero, Luigi d’Alessio, Carlo Nocerino, Giuseppe Creazzo, capo della procura di Firenze (che successivamente ha revocato l’istanza), Carlo Maria Zampi, Cuno Jakob Tarfusser (che in seguito ha fatto un passo indietro), Giuseppe Lucantonio, Elisabetta Pugliese (poi destinata ad altro incarico e quindi fuori dai giochi), Massimo Lia (scelto per un altro incarico direttivo), Nicolò Marino, Gerardo Dominijanni (proposto anche per il ruolo di nuovo procuratore generale di Reggio Calabria), Emanuela Crescenti (che ha revocato la domanda), Alfredo Pompeo Viola (collocato fuori ruolo con funzioni di segretario generale del Csm), Carmelo Amelio e Raffaella Sforza, attuale sostituto procuratore generale di Catanzaro. 

La scelta ricade su Lucantonio

Il percorso professionale di Lucantonio inizia il 1987 quando diventa sostituto procuratore d Napoli, occupandosi di criminalità comune, affari civili, notariato, responsabilità professionale, passando successivamente alla Distrettuale antimafia. Poi nel 2008 viene nominato sostituto procuratore generale di Napoli e nel 2015 diventa procuratore aggiunto della procura di Napoli. Tra le note di rilievo, emerge nel documento della quinta commissione, c’è il parere positivo del consiglio giudiziario di Napoli che nel 2012 scriveva che l’operato di Lucantonio si è contraddistinto per «l’equilibrio, la riservatezza, le soluzioni giuridiche ed il rispetto delle opinioni altrui che hanno sempre contraddistinto il dott. Lucantonio, magistrato di non comune professionalità e capacità di coordinamento». Il possibile procuratore generale di Catanzaro, inoltre, «ha sempre svolto in carriera funzioni requirenti, nell’arco di circa 32 anni e mezzo, con esperienze sia in primo che in secondo grado e, da ultimo, nell’esercizio delle funzioni semi-direttive di Procuratore aggiunto presso la Procura di Napoli». Insomma, un profilo di tutto rispetto.

Perché Lucantonio prevale su d’Alessio

La carriera di Luigi d’Alessio, coordinatore delle recenti indagini sul “modello Riace”, inizia nel 1983, quando assume l’incarico di pm della procura di Busto Arsizio. Poi passa alla procura di Salerno e per otto anni si occupa di Dda. Infine, dal 2013 è procuratore capo di Locri, incarico quindi in scadenza e non più rinnovabile. Durante il suo cammino, d’Alessio ha soltanto ricevuto encomi, come quelli espressi in periodo distinti sia dal Consiglio giudiziario di Salerno sia da quello di Reggio Calabria, avendo «una specifica ed approfondita esperienza in sedi giudiziarie con territori connotati da elevata presenza di criminalità organizzata di tipo mafioso, trattando procedimenti e problematiche (giurisdizionali ed organizzative) complessi, dimostrando «una eccellente preparazione giuridica, un’elevatissima - e comunque non comune - laboriosità nell'assolvimento delle funzioni che è stato chiamato a svolgere». 

La quinta commissione, tuttavia, spiega i motivi della scelta: «Il profilo del dottore Lucantonio deve essere ritenuto prevalente rispetto a quello del dottore D’Alessio, in quanto caratterizzato da indicatori specifici più conferenti rispetto all’incarico direttivo a concorso, rafforzati da numerosi e pregnanti indicatori generali» pur dando atto che «le esperienze maturate nel lavoro giudiziario, che i profili di entrambi i candidati sono parimenti prestigiosi e di grande respiro».  

Le speranza di Luigi d’Alessio di prevalere su Lucantonio sono ridotte al minimo, ma senza dubbio il consigliere togato Giuseppe Cascini, durante il suo intervento, proverà a convincere la maggioranza del Plenum sulle capacità professionali del procuratore capo di Locri.