Sentenza di primo grado nel processo Overture a Cosenza. Si tratta dell’inchiesta della Dda di Catanzaro sulla presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico e su presunte tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso ai danni di ditte edili operanti nell’area urbana cosentina. La sentenza è stata emessa dal tribunale collegiale bruzio, presieduto dal presidente Carmen Ciarcia.

Al termine dell’istruttoria dibattimentale, la pubblica accusa ha presentato le richieste di condanna, sostenendo la sussistenza del gruppo Falbo come sodalizio attivo nel settore del traffico di sostanze stupefacenti. Sull’altro versante, il pubblico ministero Corrado Ciubellotti aveva considerato Gianfranco Sganga quale presunto mandante di alcune estorsioni, non consumate, nell’ambito di alcuni lavori realizzati all’Unical, all’ospedale di Cosenza e in Presila.

Le difese invece hanno ribaltato l’assunto accusatorio, ritenendo che non vi si prova dell’esistenza del gruppo Falbo, definito in realtà un’Armata Brancaleone, dove ognuno coltivava i propri interessi, acquistando e vendendo lo stupefacente senza seguire le “regole” del “Sistema“. Sul fronte delle estorsioni, Sganga non avrebbe esercitato in alcun modo la sua caratura criminale nell’unico incontro che avrebbe avuto con una delle persone offese.

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Il pubblico ministero ha replicato alle discussioni difensive per oltre un’ora, approfondendo alcune tematiche relative alle posizioni dei soggetti vicini, secondo la Dda, a Gianfranco Sganga ma anche diverse posizioni del gruppo dei presunti narcotrafficanti. Un modo di operare che non è piaciuto all’avvocato Cesare Badolato: «Ricordo a me stesso che la replica non è una nuova discussione».
All’esito della Camera di Consiglio, durata oltre otto ore, i giudici hanno emesso la sentenza di primo grado, accertando l’operatività del gruppo diretto da Alfonsino Falbo. Continua su Cosenzachannel.it per leggere il dispositivo