Arriva la sentenza definitiva per gli imputati del processo Katarion. La Corte di Cassazione ha confermato integralmente le condanne inflitte in secondo grado dalla Corte d’Appello di Catanzaro, chiudendo così il capitolo giudiziario per coloro che avevano scelto il rito abbreviato. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha svelato una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e non solo. Agli imputati sono stati contestati anche reati di estorsione, tentata estorsione e detenzione illegale di armi da fuoco, tutti aggravati dal metodo mafioso. Secondo la ricostruzione accusatoria, le attività illecite erano finalizzate a favorire e agevolare la cosca Muto di Cetraro.

Processo Katarion, i ruoli nell’organizzazione

Ruolo di rilievo nel traffico illecito di droga è stato attribuito a Mario Cianni, considerato il principale organizzatore delle attività di narcotraffico sotto l’egida della cosca Muto. Alfonso Scaglione avrebbe gestito in modo il traffico di droga su Scalea. Pusher anche Alessio Presta, mentre Maurizio Tommaselli sarebbe stato tra i principali fornitori all’ingrosso per i pusher operanti a Scalea e Santa Maria del Cedro. Infine, Gianluca Antonio Vitale avrebbe avuto un ruolo strategico nel narcotraffico, capace di garantire importazioni di cocaina purissima su larga scala.

Le condanne confermate in via definitiva

La Cassazione ha reso definitive le seguenti condanne per gli imputati del rito abbreviato:

Mario Cianni – 16 anni

Franco Valente – 10 anni

Gianluca Vitale – 8 anni

Flavio Graziosi – 7 anni e 4 mesi

Poldino Cianni – 6 anni

Giuseppe Antonuccio – 5 anni e 8 mesi

Alfonso Scaglione – 5 anni e 8 mesi

Maurizio Tommaselli – 5 anni

Luigi Tundis – 4 anni e 4 mesi

Alessio Presta – 4 anni

Annaelisa Esposito – 2 anni e 10 mesi

Concettina Zicca – 2 anni e 10 mesi

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