La decisione riguarda gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. L'inchiesta condotta dalla Dda catanzarese culminò in una vasta operazione che portò all'arresto di una sessantina di persone tra cui i vertici dei clan di Cetraro
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Per molti degli imputati nell'inchiesta Frontiera tra pochi giorni avrà inizio il secondo capitolo della saga giudiziaria. Il prossimo 20 maggio, infatti, si terrà la prima udienza del processo d'Appello nelle aule di giustizia di Catanzaro. La notizia riguarda soltanto coloro che hanno scelto il rito abbreviato, cioè la procedura che non prevede la fase dibattimentale e si basa sugli atti in possesso del Pubblico ministero. Per loro il primo processo si è concluso con una sentenza emessa dal Gup Antonio Battaglia a giugno dello scorso anno, mentre per tutti gli altri imputati il processo di primo grado, ancora in corso, si sta svolgendo con rito ordinario al tribunale di Paola.
L'inchiesta condotta dalla Dda catanzarese culminò in una vasta operazione, condotta all'alba del 19 luglio del 2016, in cui vennero arrestate una sessantina di persone, tra cui il capo del clan 'ndranghetistico di Cetraro, Franco Muto, i figli Luigi, Mary e Sandra, la moglie, Angelina Corsanto, e il genero Andrea Orsino. Tutti, tranne l'anziano boss, hanno scelto il procedimento del giudizio abbreviato, finendo condannati.
Il Comune di Cetraro ancora parte civile
Come già avvenuto nella prima fase, anche nel secondo grado di giudizio il Comune di Cetraro, guidato da Angelo Aita, si costituirà parte civile per vedersi risarciti dagli imputati i danni morali e d'immagine arrecati ai cittadini e alla città tirrenica. Il Gup di Catanzaro, a tal proposito, ha già condannato gli appellanti a versare nelle casse dell'ente comunale una somma pari a € 90.000,00. Come già accaduto il 22 maggio 2017, anche stavolta l'incarico legale è stato affidato all'avvocato cetrarese Beniamino Iacovo.