Il quadro clinico dell'ammalato non rende necessario il ricorso alla terapia intensiva. L'Asp ha garantito che gli ambulatori rimarranno attivi nei locali messi a disposizione dal Comune
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È stato trasportato nell’ospedale di Gioia Tauro il primo paziente reduce dalle cure intensive nel Gom di Reggio Calabria, per attuare quell’alleggerimento dei reparti dell’ospedale provinciale di riferimento perseguito con il Piano voluto dalla Regione. A metà mattinata un’ambulanza proveniente dal capoluogo ha varcato il cancello del Papa Giovanni XXIII, alla volta di un ingresso secondario e seminterrato della struttura da dove, con il personale scafandrato coadiuvato anche dalla Croce rossa, l’ammalato è stato trasportato in una barella anticontaminazione fino al suo nuovo letto.
Il tutto è avvenuto sotto il controllo della polizia, vista la tensione delle ore precedenti servite per una nuova manifestazione di protesta – il venerdì sera – e in contemporanea una riunione informale del consiglio comunale svoltasi a porte chiuse, per fare il punto sul proposito di riconvertire l’ospedale per la cura dei primi 15 pazienti che hanno un decorso della malattie meno grave.
Alla fine Gioia Tauro non ha opposto resistenza, perché, come ha chiarito il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Lino Cangemi, «il direttore dell’Asp, Antonio Bray, ha garantito per iscritto che i servizi sospesi per l’apertura del reparti covid, potranno proseguire dentro altri locali messi a disposizione dell’ente».
Questo ha raffreddato gli animi, e il Comune guidato dal centrosinistra si è già messo all’opera per liberare i locali di Palazzo Sant’Ippolito – che attualmente ospitano anche il comando della Polizia locale – dove dovrebbero andare le apparecchiature di alcuni poliambulatori, che oltre al Cup e al pronto soccorso erano gli unici servizi attivi nell’ospedale.
Rimangono perplessità sulla organizzazione ritardataria dell’Asp, che solo 3 giorni fa ha pubblicato la manifestazione di interesse per reperire personale esterno da impiegare nell’ospedale, tanto che Cangemi ha attaccato l’azienda commissariata – che a suo parere avrebbe «svenduto l’ospedale» - coinvolgendo però nella critica anche la Regione, guidata dalla sua stessa parte politica, che «ha mancato di lucidità».