VIDEO INTERVISTA | Parla il ragazzo paraguaiano vittima di una brutale aggressione nel campus di Cosenza. Intervenuto per difendere un amico, si è ritrovato con diverse fratture al volto a causa dei colpi. Ma al Pronto soccorso non si sono presi cura di lui ed è tornato a casa barcollante. Solo quando i compagni di università si sono resi conto delle sue condizioni lo hanno riportato all’Annunziata
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L’aggressione si è consumata nella notte tra venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre nella zona delle Maisonette, all’Università della Calabria, davanti un circolo ricreativo gestito da un comitato di studenti, denominato Centro del Mondo dove ogni settimana, di venerdì, vengono organizzate feste a cui sono soliti partecipare anche ragazzi estranei al Centro Residenziale. Estranei come i cinque balordi che hanno pestato Gerardo Antonio Duarte Pavon, 20 anni, uno dei 18 studenti del Paraguay iscritti all’ateneo di Arcavacata. Frequenta il corso di laurea in scienze dell’amministrazione da 18 mesi.
La ricostruzione della vicenda
L’episodio si verifica poco dopo le quattro del mattino. Gerardo, insieme ad alcuni amici, sta lasciando il Centro del Mondo con l’idea di recarsi nel vicino forno per un cornetto. Con lui c’è anche un ragazzo italiano, Giuseppe. I cinque aggressori, anche loro reduci dalla festa, si avvicinano a lui con fare minaccioso, forse perché in preda ai fumi dell’alcol. Naru, uno studente curdo, prova a difenderlo, ma viene malmenato. Arriva allora Gerardo a tentare di calmare gli animi, inutilmente. Perché a sua volta viene colpito con un pugno dritto al naso, mentre Naru e Giuseppe, provano a divincolarsi. Gerardo perde i sensi. Il gruppo di aggressori allora si accanisce su di lui mentre è a terra svenuto, con una serie di calci. Giuseppe afferra il cellulare per chiamare i carabinieri, ma uno degli aggressori glielo sottrae dalle mani, scagliandolo poi a qualche metro di distanza. La colluttazione si consuma nel giro di una manciata di secondi. Poi il gruppo si disperde.
L’inutile attesa al pronto soccorso
E qui comincia la seconda parte del dramma. Gerardo ha il naso tumefatto, perde molto sangue. Un'ambulanza lo accompagna al pronto soccorso, insieme a Giuseppe. Sono all’incirca le cinque del mattino. Il ragazzo è intontito, spaesato. La sua esperienza in Italia si è consumata in larga parte tra i confini del campus. Attende pazientemente che qualcuno lo visiti. Si addormenta su una sedia e quando si sveglia il sole è già alto e Giuseppe è andato via. Resta lì fino a mezzogiorno, con il naso sanguinante senza che nessuno gli presti aiuto. Allora si alza, va a piedi fino alla stazione degli autobus di Piazza delle Autolinee e torna nella sua residenza universitaria, nel quartiere Martensson. Intanto di quanto accaduto nel corso della notte si è sparsa la voce e alcuni amici vanno a cercarlo. Si rendono conto che ha bisogno di cure e lo riaccompagnano in ospedale, dove finalmente viene sottoposto ai necessari esami diagnostici.
L'esito della visita medica
La tac evidenzia deficit della muscolatura facciale, una frattura composta del pilastro fronto nasale, con interessamento del seno mascellare fino alla cornice orbitale e una frattura composta del seno frontale. In altre parole è ridotto peggio di un pugile andato ko dopo 15 riprese. Ha bisogno di trenta giorni di riposo e cure.
Le indagini dei carabinieri e la solidarietà del Rettore
Dimesso nel pomeriggio di lunedì 3 dicembre, il ragazzo ha sporto denuncia al comando compagnia carabinieri di Rende. Ha riconosciuto tre dei cinque aggressori. I militari, agli ordini del capitano Sebastiano Maieli, sono già sulle loro tracce e sono attese novità da un momento all’altro. Nel frattempo è giunta la solidarietà del Rettore Gino Crisci e del Prorettore delegato al Centro residenziale, Luigi Filice. Da subito in contatto con le autorità diplomatiche del Paraguay, hanno espresso «profondo sdegno per l’accaduto, un’azione vile ai danni di uno studente inerme. L’Università della Calabria fornirà alle autorità – si legge in una nota - tutto il supporto necessario affinché gli esecutori dell’azione criminosa siano assicurati alla giustizia. Allo studente colpito va tutta la solidarietà e la vicinanza dell’Ateneo».
Il retroscena dell'intera storia
Ci sono due aspetti da approfondire in questa spiacevole vicenda. La prima è l’attività esercitata all’interno di questo circolo ricreativo nel quale, secondo la testimonianza degli studenti, ogni venerdì viene organizzata una festa con musica e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche a pagamento, a quanto pare, senza alcuna licenza. L’altra è relativa ad un altro episodio che ha coinvolto uno dei cinque aggressori, nel venerdì precedente, il 23 novembre. Uscendo dal Centro del Mondo, sempre nel cuore della notte, avrebbe tentato di abbordare una ragazza ubriaca, afferrandola per un braccio. Ma poi sarebbe stato costretto a desistere per l’intervento di altri studenti che si trovavano nei paraggi.
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