L’ex capo ultrà pentito rivede le cifre dei guadagni legati alla gestione della Curva Nord: nei primi interrogatori aveva parlato di 6mila euro. Il racconto dell’incontro con Marotta
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Nei primi interrogatori Andrea Beretta, capo ultrà pentito della Curva Nord interista, aveva parlato di un guadagno di circa 6mila euro al mese per il trio che guidava il tifo nerazzurro: lui, Marco Ferdico (lanciatore di cori diventato “generale” della Curva) e Antonio Bellocco, rampollo del clan di Rosarno ucciso da Beretta a settembre 2024. Ora – nel colloquio dello scorso 20 dicembre – parla di 150mila euro per ciascuno dei tre in un anno di partite di Champions League. Una gestione lucrosa, quella del triumvirato formato da tifoseria criminale (per due terzi) e il socio legato alla ’ndrangheta, arrivato per dare copertura contro gli interessi di altre famiglie calabresi e poi «allargatosi» negli affari fino a puntare a prendersi tutto ed estromettere lo stesso Beretta.
Nei primi tre interrogatori da neo collaboratore di giustizia Beretta aveva stimato un guadagno fisso di circa 6 mila euro al mese a testa per il trio. Nel quarto recentissimo verbale (reso il 20 dicembre scorso ai pm Sara Ombra e Paolo Storari e ora depositato) calcola una cifra decisamente superiore: «150 mila euro per me, 150 mila per Ferdico e 150 mila per Bellocco». I soldi sarebbero provento solo delle «partite della intera stagione di Champions». Beretta si riferisce alla cavalcata finita con la sconfitta in finale contro il Manchester City.
L’incontro con Marotta: «Sapeva che avevo il Daspo»
Nel quarto interrogatorio, i pm chiedono ancora a Beretta chi nell’Inter sapesse che il gestore reale dell’associazione «We Are Milano» fosse appunto lui, benché da 15 anni gravato dal Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive). «Ma dottore, lo sapevano tutti... tutti gli “Slo” (i dirigenti addetti ai rapporti con il normale tifo organizzato, ndr), tutta la società Inter sapeva che comunque dietro alla “We Are Milano” c’ero io che muovevo i fili». Di più: Beretta dice di aver avuto rapporti anche con il presidente dell’Inter, Beppe Marotta (che in precedenza ha smentito di averlo aiutato a evitare una denuncia da parte della società). Nei precedenti aveva raccontato che Marotta lo aveva salvato da una denuncia, ora racconta di una volta in cui il dirigente dell’Inter, in occasione di una contestazione di tifosi sotto la sede, gli avrebbe detto «Andrea, mi raccomando, non fate casino, tenete... La contestazione ci sta magari per gli acquisti che non andavano…».
I pm, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, gli chiedono: «Era il periodo in cui lei era sottoposto al Daspo?». «Sì, sì». «Quindi Marotta ha interloquito con lei sapendo che lei era sottoposto al Daspo?». «Sì, certo». Su questo episodio Marotta fa sapere di ritenere di aver incontrato una sola volta Beretta, nel contesto di una contestazione per la cessione di Lukaku al Chelsea. E dice di essere intervenuto per placare gli animi e dopo aver avvisato per iscritto sia il questore di Milano sia il procuratore della Federcalcio.