Si è svolta questa mattina una complessa operazione di Polizia giudiziaria da parte dei finanzieri del gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme e degli agenti della Polizia di frontiera all’Aeroporto internazionale, coordinati dalla Procura della Repubblica della città della piana. 

 

Raggiunti da un provvimento di custodia cautelare ai domiciliari il presidente della Sacal, Massimo Colosimo, il direttore generale Pierluigi Mancuso e la responsabile dell'ufficio legale Ester Michienzi. La Procura di Lamezia, guidata dal Procuratore capo Salvatore Curcio, ha inoltre chiesto al gip l'applicazione di misure interdittive per 12 persone appartenenti al Consiglio di Amministrazione della Sacal. Eseguite oltre 40 perquisizioni. 21 complessivamente gli indagati.

 

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I reati contestati. Le indagini, condotte dai sostituti procuratore Giulia Maria Scavello e Marta Agostini, hanno consentito di accertare la perpretazione di gravi delitti contro la pubblica amministrazione quali ipotesi di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, induzione indebita a fare o promettere utilità, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, millantato credito.

 

Amici e parenti selezionati per il progetto "Garanzia Giovani". Molte delle condotte illecite ascritte agli indagati riguardano l'irregolare gestione di "Garanzia Giovani", finanziato con fondi pubblici finalizzato ad inserire in un tirocinio retribuito, alla Sacal Spa, solo progetti meritevoli e rispondenti a precisi requisiti. Le indagini hanno invece dimostrato che, in ragione di pressioni indebite di ogni tipo, anche perpretate da politici locali e dirigenti pubblici, siano stati selezionati solo amici e parenti degli indagati, attraverso interventi artificiosi sulle procedure di selezione previste dal bando. 

 

I viaggi, i soggiorni e i pranzi di lusso. Sono stati accertati, inoltre, numerosi episodi di peculato da parte della dirigenza della Sacal Spa concretizzatisi in viaggi, pranzi e soggiorni per scopi personali, effettuati in strutture ricettive di lusso, con indebita imputazione dei relativi costi, spesso assai elevati, al bilancio della società a partecipazione pubblica.

 

Le consulenze fantasma. Sono emersi anche ulteriori episodi illeciti relativi all'affidamento di consulenze "fantasma" per decine di migliaia di euro e ad artefatte selezioni di personale per incarichi interni vari, tutti ben retribuiti con soldi pubblici, affidati a soggetti che sono risultati  in possesso di requisiti inferiori rispetto agli altri concorrenti illegittimente esclusi, ricorrendo ad atti falsi.

 

Le indagini. Dal punto di vista probatorio l'indagine fonda essenzialmente sugli esiti di una capillare attività tecnica di captazione telefonica e ambientale anche all'interno degli uffici della società. Le acquisizioni documentali hanno confermato le ipotesi investigative consentendo di individuare un contesto di malaffare nell'amministrazione della spesa pubblica e, ancora una volta, la gestione clientelare del mercato del lavoro in Calabria, con il consenso e la connivenza di esponenti della politica locale.