«L'ospedale di Tropea non può e non deve essere trasformato in centro Covid». È l'appello di cittadini ed ex dirigenti medici che stamattina hanno protestato davanti ai cancelli del nosocomio per ribadire il no alla decisione dell'Asp che ha individuato nel terzo e nel quinto piano della struttura un reparto dove ospitare 22 posti letto.

 

«Non una guerra tra malati – ha chiosato l'ex medico ed ex primo cittadino Mimma Cortese - ma una battaglia per garantire a tutti il diritto alle cure. I malati di Covid devono essere trattati in strutture adeguate. A Vibo per esempio, dove già sono attivi due reparti. Ma prima di pensare alle strutture – ha aggiunto – bisogna mettere mano al personale medico ed infermieristico che è carente».

 

Per l'avvocato Francesco Rotolo, lo Jazzolino è la struttura idonea dove ospitare i malati Covid. Tutt'al più bisognava trasferire a Tropea i reparti di medicina ordinaria di Vibo e di Serra San Bruno.

 

E se Vibo non è la soluzione migliore, «bisogna riattivare i presidi sanitari dismessi, come quello di Pizzo, Nicotera o Soriano». Al sit in pacifico anche gli ex dirigenti medici promotori del “Comitato salute bene sociale” sottoscrittori di un documento nel quale si invita l'Asp a rivedere una decisione che lascia perplessi.

 

L'ex direttore sanitario aziendale dell'Asp di Vibo Valentia Bruno Alia si dice favorevole ad aprire un reparto Covid a Soriano. Concordi anche l'ex direttore sanitario, Tino Mazzitelli e l'ex dirigente Sandro Cortese: «Quando il virus sarà debellato e non serviranno più i posti letto ricavati a Tropea, che fine farà questo ospedale?» si domandano.

 

«Non possono smantellare un ospedale che funziona, non possono sacrificare reparti attivi come medicina e ortopedia.