A pochi giorni dal crollo del controsoffitto nel pronto soccorso dell’ospedale di Locri a causa di un temporale non si fermano le polemiche sulle condizioni in cui versa ormai da anni la struttura di contrada Verga. E se il sindaco di Locri Giovanni Calabrese attraverso la sua pagina Facebook parla di ennesima vergogna, il segretario generale della Cisl di Reggio Calabria Rosy Perrone si chiede che fine hanno fatto i 14 milioni destinati alla ristrutturazione del nosocomio e se quanto accaduto sia riconducibile riconducibile ad incuria o ad approssimativa gestione della struttura ospedaliera.

«È l’emblema di una sanità reggina che cade a pezzi – sostiene Perrone -. Una sanità, guidata da un asset manageriale a più livelli che, nel passato recente, costantemente ed insistentemente, avevamo sollecitato come federazione Fp Cisl mettendo in evidenza alcune criticità che riguardavano appunto manutenzione, ristrutturazione e messa a norma dell’ospedale di Locri. Medici e operatori sanitari costretti a lavorare in un regime di sicurezza precaria, non è più accettabile. Perché il tema non è solo quello della sicurezza sul lavoro, sacrosanto; ma è anche quello della dignità del lavoro».

Il sindacato reggino si attende dunque un intervento immediato dei commissari Asp ad ogni livello. «Bisogna superare il concetto degli ospedali spoke della Città metropolitana percepiti dai cittadini come strutture di serie b – sostiene il sindacalista Vincenzo Sera - collocandoli di fatto, in quella che può essere definita periferia sanitaria della Calabria. La sanità della Metrocity reggina deve voltare pagina. Serve un patto di ripartenza nella trasparenza e nella legalità per il bene comune».