La Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha emesso 36 provvedimenti di fermo nelle province di Reggio Calabria, Roma, Verbania e Vibo Valentia. Effettuate anche undici perquisizioni.

 


L’operazione investigativa è stata denominata “Saggio compagno” in quanto trae origine dall’appellativo con cui il principale indagato, Ladini Giuseppe, si rivolgeva al suo più fidato sodale, Tigani Leonardo.


L’indagine è stata avviata nel novembre 2013 dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova, sulla base di alcuni sviluppi dell’operazione “Vittorio Veneto” (conclusa nell’estate dello stesso anno), che già a suo tempo aveva permesso di trarre in arresto in Cinquefrondi 8 persone responsabili di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e violazioni in materia di armi. Tra questi figurava infatti anche Ieranò Rocco Francesco cl. ‘72, personaggio di indiscussa valenza nell’ambito della ‘ndrangheta cinquefrondese (cui era attribuita la carica del “Vangelo”), che dopo aver inizialmente tentato invano di sottrarsi alla cattura nell’estate 2013, aveva poi intrapreso anche un percorso di collaborazione con la giustizia.

 

LEGGI ANCHE - Il poliziotto che svela ai boss la microspia


L’attività investigativa ha consentito di ricostruire e disarticolare la composizione della “locale” di Cinquefrondi e di riscontrare le attività illecite del sodalizio che, dopo l’arresto di Ieranò, faceva capo a Ladini Giuseppe cl. ’78, già noto per i suoi precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, ricettazione e riciclaggio.


Le articolate attività tecniche hanno permesso di accertare che Ladini Giuseppe, benché sottoposto a detenzione domiciliare anche per reati in materia di criminalità organizzata, avvalendosi innanzitutto della stretta collaborazione morale e materiale di tutto il suo nucleo familiare, ed in particolare della moglie Bruzzese Antonella e del figlio minore, aveva costituito di fatto e stava consolidando a Cinquefrondi una nuova articolazione della ‘ndrangheta sotto la sua guida, cui facevano capo gli appartenenti alle preesistenti cosche “Ladini”, “Petullà” e “Foriglio”. E' stato inoltre riscontrato che Ladini Giuseppe intratteneva presso la propria abitazione, tutta una serie di rapporti con numerosi pregiudicati, facenti capo non solo al contesto delinquenziale di Cinquefrondi, ma anche ad altre aree della Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, dando quindi prova della sua caratura criminale e dell’importanza del sodalizio che faceva capo alla sua persona. Avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, esercitava un vero e proprio controllo del territorio, sfruttando le risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti in materia di armi e stupefacenti, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, con riferimento anche al settore degli appalti boschivi.

 

«L'attività della cosca – come riporta una nota stampa dei carabinieri - era finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona mediante una serie indeterminata di delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento latitanti, nonché delitti finalizzati ad acquisire direttamente e indirettamente la gestione e il controllo di attività economiche, in particolare nel settore degli appalti boschivi, ed ogni altra attività illecita».

 

I reati contestati - A conclusione della predetta attività, alla prime luci dell’alba di oggi, in questa Provincia ed in quelle di Roma, Verbania e Vibo Valentia, i Carabinieri del Comando Provinciale CC di Reggio Calabria, con l’ausilio di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, hanno quindi dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 36 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

 Sequestrati beni mobili ed immobili - Sono stati, inoltre, sottoposti a sequestro un’impresa di rifornimento carburanti, un ristorante, otto beni immobili, tra terreni e fabbricati, ventuno tra conti correnti e rapporti bancari ed una quota societaria, relativa ad un’azienda di trasporti, riconducibili ad alcuni degli indagati per un valore stimato di oltre cinquecento mila euro. Sono state effettuate ulteriori 10 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati nel medesimo procedimento e sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 3 pistole, 2 fucili e 218 cartucce di vari calibri.

 

Gli arresti - In arresto 36 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso (TRIPODI Costantino cl. ‘45, già capo della locale di Cinquefrondi, IERACE Michele cl. ’58, PETULLÀ Antonio cl. ‘49, NAPOLI Antonio cl. ‘57, NAPOLI Saverio cl. ’64, IANNIZZI Rocco cl. ‘71, ZANGARI Vincenzo cl. ‘73, IERACE Orazio cl. ‘78, IERACE Michele cl. ’91, BRUZZESE Raffaele cl. ‘52, LADINI Domenico cl. ‘55, FONTI Renato cl. ‘64, IERACE Fabio cl. ‘68, PRIMERANO Girolamo cl. ‘74, MIGLIACCIO Gaetano cl. ‘77, PORCARO Fabio cl. ‘76, MONTELEONE Maurizio cl. ‘74, PETULLÀ Rocco cl. ‘66, PETULLÀ Angelo cl. ‘89, PETULLÀ Raffaele cl. ‘92, BRUZZESE Maria Polsina cl. ‘93, FORIGLIO Saverio cl. ‘63, FORIGLIO Rocco cl. ‘95, CUTURELLO Salvatore cl. ‘70, GIORGI Attilio cl. ‘84, GIORGI Francesco cl. ‘75, IANNONE Renato cl. ‘70, LAMARI Nicodemo cl. ‘58, LONGORDO Francesco cl. ‘79, NAPOLI Saverio cl. ‘85, PAPALUCA Fabio cl. ‘86, PRONESTÌ Maurizio cl. ‘75, VARACALLI Rocco cl. ‘87, VIGLIANTE Giuseppe cl. ‘86, VOMERA Michele cl. ‘91, ZAITA Pasquale cl. ‘91".